
Dietro ad una super campionessa c'è sempre un grande team. Nel caso di Brignone è formato famiglia. Il fratello Davide la allena dal 2017, mamma Ninna è ormai una super fan, come papà Daniele. Nonna Adriana deve aver tifato anche da lassù. Aggiungi che dalla grande famiglia azzurra arriva anche lo skiman, quel «mister 1%, che se vince è merito dell'atleta, se perde è anche colpa mia», scherza sempre lo skiman Mauro Sbardelotto. Ieri è stato lui ad infilarle un po' di neve nel collo per far scatenare i cavalli della tigre che Fede ha dentro e non solo sul casco. Un oro in gigante non arrivava dai tempi di Deborah Compagnoni: ai Mondali del 1997 o ai Giochi del 1998 e a firmare quegli sci c'era sempre Sbarde: «Fede e Debbie sono simili nella sensibilità». Atlete che leggono il terreno e lo copiano sotto i piedi e nell'animo. Così arrivano gli endorsement di tutti: «Aveva già perso, per un soffio, l'oro due volte ricorda Gustav Thoeni da Maze e Shiffrin: ora è fra le più grandi». Felice anche Kristian Ghedina: «Una prova di forza, tecnica e testa: ora è nella condizione per andarsi a prendere la coppa generale». Giovanni Malagò chiosa: «Fede, sei gigante!». Da Sanremo arrivano anche i complimenti di Deborah Compagnoni: «È una stella: non era facile».
Compagnoni ha parole anche per le deluse «So che cosa si prova quando si sbaglia o si torna da un infortunio: gli errori non tolgono valore a quello che si sa fare». Le uniche due non qualificate ieri sono state, infatti, Marta Bassino, incapace di proferire parola e Sofia Goggia, che ha di nuovo rischiato grosso anche alla spalla: «Tragicomico, continuo a sbagliare».
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