Gran Casinò Champions. L'Inter ad alta tensione si gioca presente e futuro

Inzaghi oltre le critiche: "Servirà essere più bravi dell'andata". Scintille tra Onana e Brozovic in allenamento

Gran Casinò Champions. L'Inter ad alta tensione si gioca presente e futuro

Stasera è la sera, guai a bucarla. Non c'è in ballo solo il futuro di Inzaghi, ché quello è segnato e fa comodo a tutti dire che è solo colpa sua, c'è in gioco il presente dell'Inter, che può tornare in semifinale di Champions dopo 13 anni e continuare ad accarezzare il grande sogno.

Non è semplice, ma non serve neppure un'impresa. Quella, l'Inter l'ha già fatta a Lisbona. Stasera deve gestire, che non vuole dire difendersi, ma lo 0-2 di partenza è un risultato che concede spazio ai ragionamenti, anche se e quando le cose dovessero mettersi male.

«La partita vale molto e l'avversario è fortissimo, dovremo essere bravi come e più che all'andata», sottolinea Inzaghi, con enfasi. La sconfitta col Monza ha fatto danni, ma non male. Quasi che ci sia assuefazione, del resto perdere 11 volte su 30 qualche anticorpo lo genera e in Europa s'è visto. «È normale che su di me girino certe voci, non mi stupisco. È già capitato prima del Barcellona e poi del Porto e anche la settimana scorsa a Lisbona. La squadra ha sempre risposto sul campo, sono sicuro che faremo un'altra grande partita».

La tensione pare quella giusta, se è vero che il banale torello preallenamento di vigilia ha acceso le scintille fra Onana e Brozovic, per un tentativo di recupero palla del portiere giudicato (con ragione) un po' troppo violento dal croato. Pronto l'intervento di D'Ambrosio e Lukaku in versione pompieri, fra sguardi reciproci che sanno molto di sfida. Il tutto davanti a telecamere e cronisti, che per 15 minuti, da regolamento Uefa, avevano la possibilità di osservare il lavoro dei nerazzurri. Chissà che succede a porte chiuse, se già prima di Porto-Inter, lo stesso Brozovic era stato pubblicamente ripreso da un assistente di Inzaghi.

Se Atene piange, Sparta non ride: l'Inter ha fatto 1 solo punto nelle ultime 5 partite di campionato, ma il Benfica ha perso 3 volte in una settimana e il campionato portoghese che sembrava già vinto (+10 sul Porto) all'improvviso non è più una formalità (ora +4). «Resta una squadra molto forte, che in Europa nessuno aveva battuto prima di noi», sottolinea Inzaghi, che non si fida, esattamente come Schmidt all'andata. «Corrono molto, coprono bene il campo, hanno grande palleggio. Dovremo stare molto attenti e non potremo solo difenderci, non ne siamo capaci». Sarà, sarebbe importante migliorare la percentuale di trasformazione dei tiri in gol.

Inzaghi ha il dubbio di chi affiancare al Toro Martinez, di cui è crudo ma doveroso ricordare lo score in Champions (siamo a 3 soli gol nelle ultime 24 partite, uno per edizione di ciascuna delle 3 ultime Champions). Il canovaccio tattico, con prevedibili spazi in contropiede, sembra adattarsi più a Lukaku che a Dzeko, anche perché quest'ultimo non attraversa certo un periodo di forma brillante (l'ultimo gol il 18 gennaio, a Riad).

Per il resto, sarà l'Inter più logica, con Darmian ormai sostituto fisso del parigino Skriniar e Calhanoglu nel gruppo, ma non in campo dall'inizio. San Siro esaurito, ma non è una notizia. Record storico d'incasso per il club di Zhang: 8 milioni.

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