Hernanes o Lemina, non c'è da stare Allegri

Champions, stasera Manchester City-Juventus: la penultima di Serie A contro la prima di Premier. Il dubbio è come sostituire Marchisio, fuori un mese

Hernanes o Lemina, non c'è da stare Allegri

Prima o poi voglio vincere la Champions, ha fatto sapere Massimiliano Allegri a poche ore dall'esordio di questa sera all'Etihad. Non sparate sul livornese, è ancora troppo presto.

C'è chi inizia a guardarlo di traverso perché non è in questi termini che si dovrebbe esprimere l'allenatore della Juventus, forse Marotta con parole sue glielo ha detto in faccia, più che farglielo capire. Ma questo non è già un processo come tanti stanno intentando, la razza padrona che non vince scatena una sorta di improvvisa preoccupazione che puzza di falso lontano un miglio. Allegri invece ha tutte le ragioni del mondo per sentirsi preoccupato.

Alvaro Morata è in ballottaggio con Paulo Dybala, ma forse lo è solo nella testa di Allegri, Marchisio eventualmente nel ruolo di Pirlo è un equivoco, e lo è anche Anderson Hernanes che non è neppure un trequartista. Qualcuno ha tentato di farlo passare per trequartista, in realtà è un anarchico capace di raddrizzare una partita ma non di prendersela a cuore e caricarsi la squadra sulle spalle.

Hernanes è arrivato all'ultimo, Allegri non ha potuto fare opposizione perché gli hanno ricordato che in tempi non sospetti lo aveva messo in lista desideri. Parte della dirigenza però vorrebbe vedere l'esordio di Mario Lemina, il gabonese in prestito dall'Om, zero presenze ufficiali con la casacca bianconera ma quattro in Champions mentre Hernanes sarebbe un absolute beginner nella massima competizione europea.

Eppure il brasiliano non ha demeritato con il Chievo, ha fatto la solita partita che gioca da anni, si palesa all'improvviso, sparisce al punto che neppure l'allenatore lo vede più in giro, se lo dimentica e quindi non gli viene di sostituirlo. Per il resto è ok, religiosissimo, entusiasta della vita, mai una parola sconveniente, ben disposto verso il mondo, avrebbe potuto svolgere qualsiasi professione dove non c'è un nemico da abbattere.

Però l'emergenza esiste, Claudio Marchisio ha una lesione di primo e secondo grado all'adduttore della coscia destra, un mese circa lontano dai campi, preoccupante in quanto rientrava dopo 20 giorni da una lesione al retto femorale sempre della coscia destra. Adesso la Juventus che già non ha un leader, non ha neppure un trequartista o un 10, ma ciò che inquieta è che non ha un gioco, e non è un appunto gratuito, se ne sono accorti dal vivo Udinese, Roma e Chievo.

Servirebbe un'idea, un'invenzione, ma non è questo il momento giusto per tirarle fuori. Max a Manchester ha bisogno di non perdere, la Champions non è il campionato dove la strada è lunga e puoi recuperare otto punti alla prima in classifica, qui in sei partite ti giochi un ottavo. Questo potrebbe portare Allegri a un ritorno della difesa a tre, riga di cinque in mezzo dove se ha coraggio gioca con Cuadrado e Alex Sandro esterni, e davanti l'irrinunciabile Dybala che con il suo estro potrebbe far saltare la difesa di una squadra che in Premier ne ha vinte 5 su 5.

«Chi siamo lo scopriremo solo giocando - ha detto Buffon -, dopo tre partite non è possibile dirlo. Remiamo tutti dalla stessa parte. Non firmerei per niente che non sia il primo posto». Ora la Juve ha bisogno di tutto, dei giocatori, di una dirigenza propositiva, del vero Pogba e dei tifosi. «Nessuno nasce imparato - ha risposto Allegri a chi gli faceva notare le zero presenze di Hernanes in Champions».

E poco prima aveva ribadito che serve una grande prova per aumentare l'autostima: «Ma per imparare a nuotare occorre tenere la testa sott'acqua e ogni tanto tirarla fuori». I vice campioni d'Europa avrebbero bisogno anche del miglior Allegri, ma non partono sconfitti, tutt'altro, anche se i bookie pagano l'1 a 1,75.

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