I canguri li calpestano. Ma i tulipani si rialzano

Per un tempo Olanda ombra di quella della manita alla Spagna campione. L'Australia in vantaggio, Van Gaal corre ai ripari e Van Persie guida la rimonta

I canguri li calpestano. Ma i tulipani si rialzano

La «manita» inflitta alla Spagna è un lontano ricordo, ma quest'Olanda - il cui gioco non entusiasma gran parte degli addetti ai lavori - dimostra di avere mille risorse. Lo testimoniano i novanta minuti di fuochi d'artificio del Beira-Rio di Porto Alegre: gli Orange soffrono con gli australiani, meno modesti di quanto non dica la bassa posizione nel ranking Fifa (62ª), vanno sotto e alla fine ribaltano l'esito del match, staccando di fatto il biglietto per gli ottavi. Dopo i primi 180 minuti, la squadra di Van Gaal è già messa meglio del Brasile padrone di casa, sia sul piano dei punti (6) che su quello dei gol segnati (8).

In sei giorni l'Olanda del catenaccio e del contropiede passa dalla partita perfetta a una titubante, anche per merito degli avversari di giornata. Per poco più di un tempo, dei calciatori in campo sei giorni fa all'Arena Forte di Salvador ci sono solo i nomi, tanto che i Socceroos dominano in ogni luogo del campo. Questione di atteggiamento tattico, probabilmente, ma anche dei pochi spazi concessi dall'Australia, squadra più mobile, fisica che corre e si fa sentire sulle caviglie. Insomma un canovaccio della partita completamente diverso da quello con gli spagnoli che mette a dura prova le certezze di Van Gaal, la cui squadra mostra evidenti difficoltà quando deve proporre gioco.
Giusto dare fiducia all'undici che aveva fatto strabuzzare gli occhi contro i campioni d'Europa e del mondo in carica, altrettanto giusto correggere il modulo. L'ex tecnico di Ajax e Barcellona e futuro allenatore (da luglio) del Manchester United lo fa in ritardo e forse più per necessità (l'infortunio a fine primo tempo di Martins Indi). Intanto gli Orange vanno incredibilmente sotto contro i sorprendenti australiani. Che sfornano un pressing tale da offuscare le idee di Robben e compagni. Non è un caso che l'esterno del Bayern debba inventarsi letteralmente il gol che sblocca il match, partendo in solitaria da centrocampo dopo un errore di Wilkinson.

L'immediato pareggio di Cahill - una giocata strepitosa al volo di sinistro appena 50 secondi dopo il terzo acuto mondiale di Robben che si candida già nell'elezione al gol più bello del torneo - è il primo campanello d'allarme di un pomeriggio di sofferenza per gli olandesi. Per il bomber dei New York Red Bulls il secondo gol nel torneo che segnerà probabilmente la fine della sua avventura con i Canguri.

Il ko di Martins Indi e l'ingresso di Depay segna la svolta del match: l'attaccante del Psv fa passare gli Orange a un più olandese 4-3-3, si rivela un pericolo totale per la difesa dei Socceroos, serve un assist a Van Persie (ammonito, salterà il Cile) per il 2-2 e sigla il gol della vittoria. Prima però c'è il rigore provocato dal fallo di mano (involontario) di Blind e la trasformazione di Jedinak che fanno mettere il naso avanti all'Australia, mentre i centrali di difesa olandesi evidenziano più di un affanno. Ed ecco lo show di Depay nei dieci minuti che cambiano la storia del match: palla perfetta sul piede di Van Persie e terzo sigillo anche per la punta dei Red Devils, poi la botta da trenta metri che beffa il goffo «soldato» Ryan, apparso fuori posizione e incerto nel tuffo, una situazione che purtroppo macchia la sua buona partita.

È la botta finale per i Canguri che crollano psicologicamente e fisicamente, con l'Olanda che rischia addirittura di dilagare.

Per la nazionale di Postecoglou, ct greco salito in panchina dopo la raggiunta qualificazione in Brasile, l'avventura mondiale sembra già conclusa, ma nell'album dei ricordi potrà conservare le foto di una partita spettacolare e giocata alla pari contro una delle corazzate del torneo. Quanta strada potrà invece fare un'Olanda ancora imperfetta lo dirà l'ormai probabile prima sfida da dentro o fuori.

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