Inzaghi fa "l'amico", ma si gioca il titolo

Il tecnico troppo morbido con certi giocatori e la Signora diventa decisiva

Inzaghi fa "l'amico", ma si gioca il titolo

Un po' di furia social contro l'Inzaghi desnudo: ovvero 7 punti in 7 partite, 14 punti(multiplo di 7) in meno rispetto all'Inter dell'anno passato (che aveva giocato un partita in più). Solite storie da tifo Inter: i giocatori bravi fioeu alla milanese, gli allenatori incapaci se non vincono. Idea che va di moda pure a Torino. All'Inzaghi vengono contestati cambi non efficaci (ci può stare), mancanza di un vice Brozovic, l'aver buttato 7 punti di vantaggio, mentalità non vincente. Quando, invece, dall'interno dello spogliatoio si parla di un carattere troppo amichevole con i giocatori o, perlomeno, poco efficace con certi giocatori che meriterebbero più bastone che carota. E se sono problemi: tanto c'è Marotta. Sono gli effetti di una città calcisticamente metropolitana. A Milano non basta vincere i derby come a Roma. Bisogna conquistare scudetti e l'Inter sta brillantemente andando a perderne uno che poteva aver già vinto. Magari i problemi sarebbero stati risolti con una sorta di fantasista, dal dribbling ubriacante, mentre qui a centrocampo ci sono bravi operai specializzati e in attacco palleggiatori o esecutori d'area.

Comunque la soluzione del rebus è arrivata all'ultimo garbuglio: ad inizio aprile è previsto un bellissimo e dannatissimo Juve-Inter. La Signora che ancora mastica amaro per la Supercoppa buttata da una sorta di autogol finale, la Nerazzurra che si morde le dita dei piedi un po' sbilenchi di bomber che la costringeranno al dentro o fuori. Se vince, sentirà ancora profumo di scudetto. In caso contrario avrà già abdicato o quasi: dipenderà da Milan e Napoli. Un copione senza trucco e senza inganno. I numeri dicono che la squadra (manca la sfida col Bologna) ha subito meno reti (3) dell'altro anno ma segnato meno gol (7): un altro 7 a far la differenza. C'era una volta il settebello, questa sembra invece la maledizione del 7. Nettamente meno le vittorie: 17 oggi, 23 un anno fa. Se poi volete un indizio intimidatorio, eccolo: l'Inter alla 30° di allora sconfisse 1-0 il Cagliari, proprio come il Milan stavolta.

Destino ci cova, soprattutto se le sorti saranno legate a Lautaro (più amato di Dzeko), come pretendono gli inviperiti da social. Lautaro che poi è l'altra faccia di un Dybala: poco decisivo quando serve. All'Inter vorrebbero il gemellino argentino, ma forse sarebbe stato meglio tenersi il Sensi che aveva un senso nel gioco nerazzurro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica