Italia-Georgia per difendere il nostro posto nel Sei Nazioni

Italia-Georgia per difendere il nostro posto nel Sei Nazioni

Di un'incollatura sono davanti a noi nel ranking mondiale. Loro tredicesimi, noi subito dopo, complice un sistema che premia le vittorie al di là di quello che è l'avversario battuto. Nelle ultime 13 partite sono stati battuti solo da Galles, Figi e Giappone, il resto sono una serie di passeggiate contro squadre di secondo livello. Gli azzurri, invece hanno nel palmarès due vittorie nelle ultime 9 partite ma contro avversari tutti messi meglio di noi. Con la grande bugia del ranking sullo sfondo, la sfida di Firenze tra Italia e Georgia diventa l'occasione per rimettere le cose a posto. Non solo per restituire alla classifica un pizzico di buon senso ma anche per mettere la parola fine alla voglia di Sei Nazioni che i georgiani hanno cominciato ad accarezzare.

Con la complicità degli inglesi, sono ormai tre anni che il ritornello vuole i Lelos al posto degli azzurri nel Championship del futuro. Anche per questo Firenze diventa una tappa fondamentale pur se non l'affrontiamo al meglio. Non c'è Parisse e non è una buona notizia contro una mischia tra le meglio attrezzate del lotto internazionale. «Sono pronti a gettarsi nel fuoco per il loro Paese», dice Milton Haig, coach neozelandese dei georgiani arrivato fino a Tbilisi per predicare rugby. Ce la dovremmo cavare con Steyn, Polledri e Negri in terza linea lasciando Ferrari, Lovotti e Ghiraldini sulla linea del fuoco. Fondamentale sarà la conquista dopo la severa lezione che l'Irlanda ci ha impartito nel secondo tempo al Soldier field di Chicago una settimana fa.

Mantenere il possesso come nel primi 40 minuti giocati in Illinois può essere la chiave da declinare insieme alla voce disciplina. E reggere così per 80 minuti per arrivare a strozzare in gola le pretese che arrivano dall'Est.

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