Italia Highlander

Impresa dell'Italrugby al Sei Nazioni: battuta la Scozia (31-29) dopo 9 anni. Il muro azzurro non ha lasciato spazio a Russell e compagni. Olimpico in delirio

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I monumenti possono essere di carne ed ossa. E stavolta sono pure azzurri. La Scozia non passa contro l'Italia. 31 a 29, torna la vittoria che in casa mancava dal 2013 e può esultare anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni che, arrivata in corsa in un Olimpico sold out, è stata testimone della remuntada dei ragazzi di Quesada.

Anche stavolta la differenza l'ha fatta la difesa. Un muro che non ha lasciato spazio a Finn Russell e compagni. La risposta azzurra passa per i placcaggi di Tommaso Menoncello, per la pulizia dell'Italia nell'area del placcaggio trasformando in illusione ogni tentativo della Scozia di rimettere il naso avanti. L'Italia festeggia e con merito. E dire che la partenza è stata ad handicap. Gli highlanders partono bene: uno-due Fagerson-Steyn per allungare subito sul tabellone. Possesso, palle veloci e continuità con l'Italia che fatica a rallentare la furia scozzese. Per fortuna ci pensa l'intuizione di Page-Relo che con un malizioso calcetto dietro le linee manda fuori giri la linea difensiva scozzese e lancia Nacho Brex direttamente a domicilio. Alla mezzora Schoeman allunga ancora diventando il terminale di un «carrettino» che porta la Scozia ancora in meta e avanti nel tabellone. La sveglia azzurra passa per la tomaia di Garbisi e Page Relo, due calci che ci riportano in scia prima di andare al riposo. Nella ripresa la partita cambia volto. Horne segna ma la moviola annulla per un velo di Schoeman. Poi ancora un calcetto di Garbisi dietro le linee innesca Louis Lynagh che raccoglie e al debutto si tuffa in meta.

Anche ieri, come a Lille, il palo impedisce il sorpasso azzurro ma è solo una questione di tempo. L'Italia entra in palla: punta sulla disciplina ed è efficace col pallone tra le mani. Varney alza il ritmo: ricuce gli scampoli dell'attacco azzurro, la Scozia non riesce a trovare le contromisure. Il sorpasso lo firma proprio il mediano di mischia appena entrato. 28 a 22 con Garbisi che scatena l'urlo dopo aver indirizzato tra i pali un piazzato da distanza siderale. È qui che l'Italia prende consapevolezza. Non si molla di un centimetro: Menoncello e Brex diventano una diga che non fa passare neanche uno spiraglio. E la panchina si vota al sacrificio pur di non far passare l'attacco scozzese.

Neanche una punizione concessa, neanche un fallo, la disciplina diventa la parola d'ordine per togliere ossigeno alla Scozia che si riporta a -2 con la meta di Skinner a tre minuti dalla fine.

Il monologo finale sbatte contro la maginot azzurra fino all'ultimo pallone perso. Le lacrime azzurre cominciano a cadere sull'erba dell'Olimpico. Per la prima volta l'Italia vince la Cuttitta Cup, il trofeo dedicato a un mito come Massimo Cuttitta, strappato via dal Covid.

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