Juve, che fatica

Juve, che fatica

Una faticaccia, ammetterà a fine gara Claudio Marchisio. Ovvero l'uomo che ha deciso il match con un destro al volo, a cinque minuti dalla fine, dopo che Chiellini aveva rimesso in mezzo un cross dalla sinistra di Giovinco. Comunque sia, magari anche con la lingua penzoloni, la Juventus arriva alla sosta da prima in classifica con un bilancio di sei vittorie su sette partite e, almeno in Italia, zero ansia sul groppone. Certo, vincere a Siena in maniera più agevole rispetto al 2-1 maturato nel finale avrebbe fatto piacere a tutti i tifosi bianconeri, «ma siamo meno cattivi e cinici dell'anno scorso - ha spiegato Carrera -. Qualche mese fa una partita del genere sarebbe finita molto prima. Abbiamo creato tantissimo e finito con tre attaccanti in campo, con Giaccherini e Asamoah esterni di difesa: la fatica c'è stata e nessuno la nega. Alla fine però conta il risultato e l'abbiamo portato a casa».
Tutto vero. Compreso il fatto che per la prima volta in stagione il sostituto di Conte commenti la partita come se fosse Conte: senza voce, segno che davvero non è stata una passeggiata. A scanso di equivoci, va comunque detto che la Juventus ha meritato la vittoria: certe partite, però, puoi anche pareggiarle e magari perderle pure. Sarebbe per esempio bastato che Rosina, già sciupone a inizio gara e poi ancora sull'1-1, deviasse in rete di testa un cross dalla sinistra dopo essersi trovato tutto solo a tre metri da Buffon: l'ex granata invece non sfiorava nemmeno il pallone e la Signora ringraziava, riprendendo a martellare fino a far cadere il muro toscano.
«Avrebbero anche potuto vincere 5-1 giocando in dieci contro undici - ha detto alla fine Cosmi, tecnico del Siena espulso nel primo tempo per essere uscito dall'area tecnica - ma è un fatto che Chiellini andasse espulso. Se prende il giallo per il fallo su Rosina, deve essere sanzionato in egual modo anche per il successivo intervento su Felipe. Questi episodi, per una squadra come la nostra, possono risultare decisivi e comunque lo juventino è stato determinante nell'azione del 2-1».
«Il primo cartellino non ci stava e nel successivo intervento non c'era cattiveria», la replica di Carrera. Il quale, strada facendo e ovviamente con la benedizione di Conte, aveva stravolto la Juve pur di arrivare alla posta piena: tanti saluti al 3-5-2, via con il 4-3-3 e una linea difensiva tutta portata all'offesa. Pegolo, non perfetto sulla punizione del vantaggio di Pirlo, si travestiva però da Superman e a un certo punto pareva davvero che la sua porta fosse stregata. Siccome però alla Juve tutto si può dire tranne che non abbia carattere, ecco l'epilogo vincente: «Abbiamo dato un segnale al campionato - ha detto Marchisio -. Si aspettano tutti che prima o poi noi si perda, ma intanto quel momento non arriva: vincere partite di questo tipo trasmette anzi grande fiducia, anche perché giocare così spesso non è facile e per molti di noi si tratta della prima volta».

Per dirla con Carrera, fanno 46 partite senza sconfitte, 85 gol segnati e 23 subiti. E se Vucinic non segna da sei partite e un pezzo, «noi siamo fatti così: non abbiamo un bomber di razza». L'anno scorso ha funzionato: nel prossimo futuro, chissà.

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