Lazio, tre minuti per sognare ancora

Lazio ripresa due volte dal Salisburgo, risolve la sfida grazia a due gol ravvicinati di Anderson e Immobile

Lazio, tre minuti per sognare ancora

Roma - L'Italia calcistica si aggrappa alla Lazio per salvare un finale di stagione europeo delle nostre squadre che rischia di diventare un bagno di sangue. Il 4-2 maturato dopo una gara in cui la squadra di Inzaghi è apparsa a lungo condizionata e innervosita da un arbitraggio non degno di un quarto di finale europeo, non garantisce ancora la qualificazione, ma è un buon viatico per la sfida a Salisburgo, dove gli austriaci hanno lasciato le briciole agli avversari di Bundesliga ed Europa League.

La squadra di Rose non è certo il Real Madrid o il Barcellona che hanno impartito una severa lezione (in maniera diversa per la verità al di là del risultato finale) a Juventus e Roma, ma arrivava all'Olimpico - finalmente con una cornice di pubblico da serata di gala - con un ruolino stagionale e continentale quasi perfetto (unico ko il 27 agosto in casa). E con cinismo ha sfruttato le uniche due occasioni concesse, la prima dall'arbitro romeno Hategan - un rigore discutibile, tanto per usare un eufemismo - la seconda dalla difesa laziale che si è lasciata scappare il nazionale giapponese Minamino appena entrato in campo.

Ma la Lazio versione europea ha mostrato cuore e orgoglio di fronte alle avversità di una sfida che già si presentava ardua alla vigilia: una direzione di gara per nulla favorevole (rigore a parte), un po' di nervosismo subentrato per un risultato rimasto a lungo stretto per quello che la squadra aveva costruito durante il match. Alla lunga, però, la squadra di Inzaghi, che ha festeggiato al meglio il suo 42° compleanno, ha ristabilito le giuste distanze nel punteggio. La grinta di capitan Lulic, autore del primo gol, ma anche il magico colpo di tacco di Parolo, l'azione devastante di Felipe Anderson - che quando entra ha il merito di spaccare la partita - e il sigillo di Immobile (37ª rete in 40 partite stagionali, Aduriz capocannoniere dell'Europa League è a un passo) costruiscono una vittoria più che meritata.

Quel rigore generoso concesso da Hategan su segnalazione dell'addizionale di porta Coltescu lascia tutti sconcertati, in primis Inzaghi che a fine primo tempo parlerà a lungo con il fischietto romeno: il contatto tra Basta e Dabbur (giocatore seguito dalla Lazio su stessa ammissione del ds Tare) a livello internazionale, lo dice la casistica di episodi simili, non può mai essere sanzionato con il penalty. Dopo quella dell'olandese Makkelie che aveva scontentato la Roma con un doppio rigore non assegnato a Dzeko e Pellegrini - anche se poi i giallorossi erano stati sconfitti per le loro mancanze - un'altra direzione di gara insufficiente che poteva avvelenare la notte della Lazio. Che invece è brava a rialzarsi e a tenere costantemente il pallino del gioco, regalando anche qualche perla.

Il poker finale nel tabellino marcatori conferma l'indole realizzativa della squadra di Inzaghi - 106 le reti segnate in stagione - e conforta per la gara di ritorno, nella quale segnare almeno un gol potrebbe essere decisivo. La Lazio chiude tra gli applausi del pubblico (circa 42mila ieri all'Olimpico): il sogno della prima semifinale europea a 15 anni da quella in Uefa con il Porto di Mourinho, resta più che mai vivo.

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