Due anni fa, nel momento più alto dell'era Marchionne, Sebastian Vettel se ne andò da Silverstone al grido «A casa loro, li abbiamo battuti a casa loro». Mancava solo il Po-po-popopo di lippiana memoria a far da colonna sonora di una giornata trionfale. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quella domenica si sarebbe trasformata nell'ultima cena del condannato. Ieri, nonostante una prestazione perfetta, Charles Leclerc, l'uomo del futuro non è potuto andare oltre la quarta posizione a 1124 dalla pole, stratosferica, va riconosciuto, di Hamilton.
E la Ferrari di oggi, quella che secondo il presidente Elkann «gode di ottima salute», deve essere contenta dell'exploit di Leclerc perché rischiava il tracollo su una pista dove la mancanza di cavalli del motore Ferrari si sente tantissimo. Che finisse stracciata dalla Mercedes era scontato, ma il timore è che potesse non reggere neppure il confronto con Red Bull, Racing Point e McLaren. Scegliendo una configurazione scarichissima ha limitato i danni (lo si nota sulla velocità massima dove Charles perde solo 2,3 km all'ora su Hamilton), ma in gara sarà durissima non mangiarsi le gomme e sprofondare. In rettilineo non sarà facile per chi segue superare Charles, ma il rischio di vederlo lottare con le gomme c'è davvero tutto. «Non mi aspettavo la seconda fila. È una grandissima soddisfazione, ma la gara è domani. Non mi aspettavo di partire quarto con le medie, questo ci potrà aiutare visto che siamo in difficoltà con la durata delle gomme più degli altri. Secondo me il compromesso è quello giusto... sarà più difficile per gli altri superarci», la verità di Leclerc, finito sotto inchiesta per unsafe release nei confronti di Stroll (c'era tutta, ma punire il pilota in qualifica sarebbe stato eccessivo e infatti la Fia ha deciso di non procedere). In gara andrà peggio a Vettel che scatterà solo decimo, oltretutto con gomme morbide, quelle che qui si sbriciolano come un biscotto nel caffelatte. Seb ha avuto un weekend complicato fin dal venerdì e non ha trovato il ritmo. «Macchina non male, ma non adatta a me», il commento.
Ad impressionare è stato il ritmo imposto dalle Mercedes fin dal Q2 quando, aprendo il manettino, Hamilton e Bottas hanno scavato un solco incolmabile. Le due frecce nere sono separate da 0313, Verstappen è 1022. Avversari schiantati. Le Mercedes corrono un campionato a parte e anche i team con lo stesso motore non possono reggere il ritmo con Stroll soltanto sesto e Hulkenberg ancora arrugginito fuori in Q2.
Hamilton ha stabilito il nuovo record della pista viaggiando a oltre 250 orari di media. E dire che in Q2 era finito in resta coda e sembrava in difficoltà rispetto al suo compagno. Ma in Q3, Lewis ha lasciato a Bottas solo il primo parziale. È la sua pole numero 91, la settima su questa pista dove insegue la settima vittoria. Bottas potrebbe provarci al via, ma Hamilton sembra in versione terminator.
Non vuole lasciare nulla agli altri in una stagione in cui potrebbe portarsi casa anche gli ultimi record di Schumacher. L'unico dispiacere è rappresentato dalle tribune vuote. Perché la festa dei suoi tifosi sarebbe stata impressionante.
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