Giovanni Lodetti, il "terzo polmone" di Gianni Rivera, il fido scudiero del "Golden Boy" per i suoi ammiratori e dell'"Abatino" per i suoi detrattori, fedeli discepoli del grande Gianni Brera, si dice "contrario, contrarissimo". Lui che a San Siro ha giocato tanti anni, prima con la maglia del Milan e poi da avversario con la casacca blucerchiata della Sampdoria, non concepisce neppure l'ipotesi della possibile demolizione dello stadio Meazza, la "Scala" del calcio italiano, uno degli impianti sportivi più famosi e celebrati del mondo. Intervistato dal Corriere della Sera, Lodetti ha preso posizione contro lo scenario di un nuovo stadio da realizzare dove ora ci sono i parcheggi di San Siro, con la vecchia struttura destinata a scomparire per sempre e con lei tante belle, meravigliose storie pallonare.
"Sono contrario, contrarissimo. San Siro non si butta giù. Dentro c’è la storia del calcio. San Siro è un’emozione unica. Non potete neanche immaginare cos’era stracolmo. Sentivi il fiato dei tifosi. Vedevi gli occhi. Sentivi l’entusiasmo. San Siro è il calcio. Chi non ci ha giocato non lo sa. San Siro deve rimanere lo stadio dei due club. Possono coabitare benissimo. Lo fanno da una vita. Contrario anche a un restyling? No, gli spettatori devono stare più comodi.
Ma basta inscì", il commento dell'ex centrocampista rossonero, solo l'ultimo in ordine di tempo a unirsi a una raffica di "no" sulla possibilità, che appare via via sempre più concreta, dell'abbattimento dello stadio intitolato nel 1980 alla memoria di Giuseppe Meazza che ha legato a sé alcune delle più belle vittorie di Milan e Inter.Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?
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