L'Italia si perde nella foresta e s'inventa una simil Corea

Ma la Costa Rica è una buona squadra e Prandelli è stato tradito da troppi Gli azzurri si sono sciolti nel gioco. Ora però serve un pareggio con l'Uruguay

Nostro inviato a Recife

L'Italia è entrata nella foresta di Recife e non ne è uscita più. Difficile capire quanto il nostro calcio sia maestro, ma nel ripescare storia e tradizioni non ci batte nessuno. Continua la maledizione inaugurata nel 2000: non vinciamo più più la seconda partita. E quando c'è da battezzare una nuova Corea non ci tiriamo indietro: Costa Rica non è una delle tante Coree, forse è una delle migliori Coree. Non a caso è la prima qualificata di questo girone delle tre sorelle campionesse. La Cenerentola se n'è bevuta due e adesso avanti con l'Inghilterra, peraltro già eliminata. Ma guardate il ranking e non penserete al Real Madrid. E l'Italia è tornata Italietta. Partita gestita male, al limite del tutti a casa. Ora servirà non perdere con l'Uruguay eppoi ringraziare la differenza reti per passare come secondi del girone.

Ma non ci sarà da stupirsi per un eventuale “tutti a casa” che il successo con gli inglesi sembrava aver allontanato: ce ne sono i presupposti, se la squadra non ripescherà gioco e forze. La seconda partita dice quale faccia hai: bastava fotografare il viso deluso di Prandelli, in conferenza stampa, per vedere rughe e grinze, insoddisfazioni e frustrazioni. L'Italia di Balotelli si è sciolta quando SuperMario si è mangiato le occasioni servitegli da Pirlo con il suo inseparabile stile pedatorio: palla in verticale e quell'altro che tiracchia e tira, comunque spadella le conclusioni.

Poi quel lungo attendere un risveglio azzurro e quel più lungo soffrire la prepotenza fisica di Costa Rica, l'imperversare sulle zone laterali di Ruiz e Bolanos, la velocità di Joel Campbell e la cronica tremarella della difesa. Chiellini ha combinato i soliti guai quando gioca al centro, troppo caotico, falloso, sempre sull'orlo dell'esserci o non esserci: gli è andata bene quando l'arbitro ha ignorato un'ancata su Campbell che valeva un rigore, è stato trapassato un minuto dopo dal guizzo di Ruiz. Fino a quel momento l'Italia almeno ci aveva provato, Buffon non era stato proprio rassicurante nelle uscite, Costa Rica aveva fatto intuire di avere una difesa pronta ad aprirsi quando Pirlo trovava lo spazio. Alla lunga il gioco melinato è stato subissato dall'aggressività di Costa Rica, il centrocampo non ha trovato la sostanza di Candreva e Marchisio, Thiago Motta si è fatto fantasma, Balotelli ha cominciato a prender fischi ma anche un fallo che valeva un rigore. Arbitro da cinque in pagella perché ha visto poco e male. E non raccontiamocela con il caldo che ti sfianca, anche Costa Rica ne avrà pur sofferto. E l'arbitro ha permesso una sorta di time out spontaneo lasciando qualche manciata di secondi ai giocatori per bere e riprendersi

Prandelli cercava il gioco qualità, ma qui non si è visto il gioco. Prandelli ha provato cambi, ma ha dimostrato di aver sbagliato il giudizio: bastava chiedere a Seedorf per capire quanto valesse Abate. Bastava chiedere a Conte per sapere cosa combini Chiellini a centro area, bastava non lasciarsi illuminare gli occhi da Cerci (dimenticando Immobile) per capire che non ha la personalità. La rivoluzione di gioco e di formula della ripresa, Cassano e Insigne in campo, poi anche Cerci, e Balotelli disperso nella solitudine dell'attacco, hanno dimostrato che i traditori delle speranze del ct sono tanti, le sue illusioni altrettante.

Nella ripresa l'Italia non ha praticamente mai tirato in porta ad eccezione di Darmian (Darmian, capito?). Ci ha provato Insigne con un tiro da luna park. Bolanos ha continuato a far impazzire la nostra difesa, il tifo dello stadio Pernambucano ha trovato nei costaricani i beniamini da sostenere e negli italiani una banda di svagatoni da far sorridere: si sono fatti pescare 12 volte in fuorigioco. Trovata geniale per annunciare un'Italia in fuorigioco, se testa e gambe non ritroveranno fluido e forza. Vediamola così: l'Italia è un fantastico portafortuna per Costa Rica. Solo nel mondiale '90 passarono agli ottavi, stavolta gli hanno dato una mano i nostri generosi ragazzi.

Ma adesso chi darà una mano all'Italia? Suarez non si mangia le reti che Balotelli ieri non ha segnato. E se il nostro regalasse meno baci alla Regina inglese e qualche gol a Italia nostra? È l'unica strategia vincente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica