Colpita nell'orgoglio dalla sconfitta con la Spagna, l'Italia campione d'Europa rialza subito la testa. Certo, non potremo mettere in bacheca il trofeo della Nations League, ma la trentesima vittoria (su 44 gare) dell'era Mancini che ci regala il terzo posto nella competizione ha un peso specifico importante. E non solo perché abbiamo battuto - come successo a Monaco il 2 luglio scorso e sempre per 2-1 - il Belgio primo nel ranking Fifa. Che per la prima volta con Martinez alla guida perde due gare di fila. Il risultato positivo di Torino rappresenta un nuovo inizio per il gruppo azzurro che deve ora completare il 2021 da sogno strappando il pass per il mondiale in Qatar. L'appuntamento per il match chiave con la Svizzera è a Roma fra un mese («dopo l'Europeo sarà la gara dell'anno e noi la giochiamo in casa», ha detto Mancini), ma intanto abbiamo ritrovato la rotta. E restiamo fra le prime 5 squadre al mondo.
All'Allianz Stadium gira tutto al meglio per almeno 75 minuti: atteggiamento giusto con pressing alto nonostante i tanti cambi nella formazione titolare (cinque rispetto alla Spagna, rivoluzionati centrocampo e attacco), gioco convincente e persino quel pizzico di fortuna - vedi i tre legni del Belgio - che ci riporta indietro alla magia del mese dell'Europeo. Bastoni in difesa si lascia alle spalle le amnesie della notte di San Siro («Bonucci e Chiellini mi stanno aiutando molto», così il 22enne centrale dell'Inter), Locatelli gira bene anche come regista («ha le qualità per fare il play anche se da interno sa fare gol e assist», dirà il ct), Pellegrini si riadatta nella maniera migliore a un ruolo ormai abbandonato nella Roma (l'intermedio di sinistra). Insomma, nessuno ha fatto rimpiangere la capacità di dettare i tempi e nascondere la palla di Jorginho e Verratti. Berardi è sempre nel vivo del gioco, il baby nove Raspadori si mette al servizio della squadra ma ha una sola occasione da gol.
Il gol di Barella, il 100° degli azzurri con Mancini ct, è un capolavoro - l'interista segnò ai Diavoli Rossi anche all'Europeo -, Berardi segna un rigore, procurato da un Chiesa scatenato sul suo campo, con il brivido (ma il pur bravo Courtois, che pure aveva snobbato alla vigilia la sfida salvo poi sfornare parate da vero campione, in nazionale non ne ha mai sventato uno). «In mezzo al campo abbiamo diverse soluzioni con giocatori di qualità», dirà alla fine Mancini. Che promuove ancora una volta Chiesa: «Può giocare ovunque e ha fatto benissimo a sinistra. L'Italia dell'Europeo si era rivista anche con la Spagna, ma giocare in dieci è difficile».
Prima del match l'inginocchiamento della squadra azzurra, in solidarietà con quella di Martinez. Nota stonata, l'ultimo quarto d'ora nel quale l'Italia rischia molto e prende gol in un'azione nata da un nostro calcio d'angolo. «C'è un periodo di stanchezza, si gioca veramente tanto - ammetterà alla fine Acerbi - ma questi ragazzi giovani sprizzano vitalità».
Il Belgio, orfano di Lukaku e Hazard e con De Bruyne lasciato all'inizio in panchina, esce fuori solo alla distanza con le occasioni sventate da Donnarumma e il gol di De Ketelaere (Diavoli Rossi a segno per la 40ª gara di fila) anche se gridano vendetta i legni colpiti da Saelemaekers, Batshuayi e Carrasco. In più il ct Martinez si lamenterà del rigore, a suo giudizio discutibile, concesso agli azzurri: «Perché il Var non è intervenuto?».
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