LondraIl rugby ritorna a casa. Cerimonia d'apertura e poi via con Inghilterra-Fiji per alzare il sipario sull'ottava edizione della coppa del mondo. 20 nazionali, 48 partite, un giro d'affari che può valere fino a un punto di Pil con un attivo stimato di oltre 200 milioni di dollari. Per un mese e mezzo il globo parlerà di rugby. Quattro anni fa ad Auckland ad alzare la coppa intitolata a William Webb Ellis c'era la Nuova Zelanda con il suo capitano Richie McCaw. Avevano battuto di misura la Francia (8-7) al termine di sei settimane che se non altro avevano restituito alla kermesse anche una dimensione umana.
In Inghilterra la musica sarà diversa. Già in questa vigilia l'accento poggia sulla voce ricavi. “Business is business” dicono dalle parti di Twickenham, prima tappa del viaggio. Si gioca anche nelle strutture a cinque cerchi di Londra 2012, e due partite anche Wembley. In più ci sarà il palcoscenico di Cardiff e la casa monumentale del Manchester City. Il mondiale è il terzo evento sportivo più seguito dopo olimpiadi e coppa del mondo di calcio. Non c'è più spazio per la nostalgia di un rugby declinato al passato. Il gioco è diventato negli anni una questione per supermen. Ma il suo fascino resta intatto. A cominciare dall'incertezza sulle favorite di questa edizione. I bookmakers dicono Inghilterra e ancora Nuova Zelanda. Ma mai come questa volta le previsioni rischiano di saltare.
Due i gironi della morte: nel gruppo A Inghilterra, Australia e Galles si giocheranno i due posti utili per l'accesso ai quarti. Nel girone B Sudafrica e Scozia dovranno superare l'imprevedibile nazionale samoana. Gli All Blacks campioni del mondo in carica hanno perso tre partite negli ultimi quattro anni. L'ultima, questa estate, contro l'Australia. E proprio gli ozzies potrebbero trasformarsi nella Cenerentola di questa edizione. Hanno talento e un allenatore come Michael Cheika che è un po' il “Re Mida” del rugby moderno. Faranno subito i conti con i padroni di casa di Stuart Lancaster e già la replica della finale iridata del 2003 potrebbe dare un'idea sulla consistenza delle speranze australiane. Per gli inglesi è vitale conquistare il primo posto nel girone se vogliono evitare l'insidia sudafricana già dai quarti. L'Italia è nel girone D con Irlanda, Francia, Canada e Romania. Il sorteggio ci ha evitato le rogne dell'emisfero sud ma al mondiale arriviamo con parecchi punti interrogativi. Domani debutto con la Francia che arriva al vernissage forte delle vittorie su Scozia e Inghilterra. Ce la giochiamo senza capitan Parisse e la qualità che il numero 8 dello Stade Francais riesce a dare con la sua sola presenza in campo. Lo si è visto nella partita di Cardiff contro il Galles che ha chiuso la nostra fase di preparazione. Di solito la Francia “stecca” la prima. È successo nel 2007 contro l'Argentina e ci sono andati vicino anche nella prima partita del mondiale neozelandese del 2011.
C'è spazio anche per la scaramanzia in questa vigilia. Per l'Italia come pure per le grandi. Ma in fondo la bellezza di un mondiale è anche questa, il racconto di un mondo che è fatto di campioni ma anche di storie di vita. Gli All Blacks il bis se lo dovranno sudare placcaggio dopo placcaggio. Il ranking dice che sono la squadra più forte. Ma in un mondiale tutto questo non conta.
I loro due mondiali li hanno vinti tra le mura amiche. Fuori hanno sempre perso, rischiando anche di far cadere il governo ad ogni sconfitta. Per loro sul calendario l'appuntamento è già segnato: 31 ottobre, finalissima. Incrociando le dita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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