Doverosa premessa: di questi tempi, ciascuno fa e dà quello che può e che vuole, per gli altri, per il sistema, per il proprio futuro. Qui non è questione di minimizzare o cancellare, solo di chiarire. Dietro l'annuncio dell'accordo Juventus-giocatori e più ancora dopo l'enfasi che l'ha accompagnato, si nasconde una seconda verità che non cambia la benemerita sostanza dell'intesa, ma ne circoscrive i limiti, riducendoli.
Il taglio delle 4 mensilità è infatti più dal bilancio che dai guadagni dei calciatori. Per la Juventus era indispensabile alleggerire il conto economico in corso (scadenza giugno 2020), già gravato dei forti investimenti delle ultime 2 stagioni. Il taglio di 90 milioni (circa un terzo, quattro mesi, del monte stipendi bianconero) permetterà al club di chiudere con un passivo probabilmente non troppo più alto delle ultime 2 stagioni (rispettivamente -19,2 e -39,9 milioni).
La nota della Juventus non chiarisce i termine dell'intesa, ma l'accordo che Giorgio Chiellini ha contribuito a far accettare a tutti i compagni, prevede che quanto non incassato da marzo a giugno, venga recuperato nella prossima stagione, con una riduzione non ufficialmente comunicata, ma presumibilmente del 35%. Ecco, questo è il vero "taglio" degli stipendi bianconeri: non 90 milioni, ma il 35% di 90 milioni. Pagati con 4/6 mesi di ritardo, la cosa che più importa al club: iscriverli cioè tra le spese di gestione del bilancio 2020-21. Chiellini non ha avuto difficoltà nello spiegarlo ai compagni di squadra. Laureato in economia con una tesi - guarda un po' - sul modello di business della Juventus (2017, università di Torino) sa bene che i bilanci sono fatti di numeri e non di opinioni.
Col "taglio" la Juventus si "salva" dalla pandemia per l'esercizio in corso, mentre per quello successivo Agnelli & c. dovranno necessariamente inventarsi qualcosa. Un nuovo aumento di capitale (l'ultimo, 300 milioni, è di dicembre) o vendite importanti a giugno (o quando ci sarà la prossima sessione di mercato, c'è chi ipotizza addirittura la follia di trattative aperte fino a dicembre): da questo bivio difficilmente si potrà scappare. Oltretutto, la crisi mondiale "lega" definitivamente Ronaldo alla Juventus: nessun club al mondo potrà permettersi un nuovo calciatore (36enne) da 62 milioni a stagione. Ogni anno che passa, l'effetto-CR7 (contratti e merchandising) è destinato a calare, i costi.
Resta intatta e inattaccabile la velocità con cui ha agito la Juventus, lucida e lungimirante come sempre.
Il club fa sapere che l'intesa può essere ridiscussa nel caso riprenda l'attività, ma di fondo grava la consapevolezza che difficilmente la stagione ripartirà, con buona pace di chi in queste settimane ha vergognosamente creduto o finto di credere che il calcio (non lo sport, il calcio) fosse un mondo a parte, staccato dal quotidiano di tutti.
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