Macedonia da mangiare. L'Italia vuole un posto nella tavolata Mondiale

Mancini ha caricato gli azzurri con pranzi e cene: "È stato un bel tour gastronomico..."

Macedonia da mangiare. L'Italia vuole un posto nella tavolata Mondiale

Un incubo, quello di non giocare i Mondiali, che non bisogna più vivere. «Qualcuno ci è già passato ma nessuno vuole tornarci sopra», così Roberto Mancini nella vigilia del primo round dei playoff verso il Qatar. Tutti pensano già al Portogallo, comunque atteso stasera alla sfida difficile con la Turchia, come se la pratica Macedonia del Nord sia semplice da sbrigare. Il ranking parla chiaro sulle forze in campo (Italia 6ª, ex jugoslavi 67esimi), ma guai sottovalutare qualcuno. Specie i nostri avversari che nel girone di qualificazione hanno addirittura fatto il colpo in casa della Germania.

Diciamo che rientra nella normalità delle cose per la squadra campione d'Europa battere i macedoni e poi giocarsi tutto nella gara successiva, la partita di oggi passerebbe dunque alla storia solamente in caso di risultato negativo, ma nessuno nel gruppo azzurro vuole pensare a questa eventualità. Così se capitan Chiellini - stasera ai margini della partita per recuperare al meglio in vista dell'eventuale secondo round di martedì prossimo e che sogna di chiudere la carriera disputando la Coppa del Mondo - parla di giocare «senza paura, con serenità e un pizzico di presunzione», il ct indica tre parole chiave verso la sfida di Palermo (campo fortunato, finora 13 vittorie in 15 precedenti): concentrazione, pazienza e sicurezza. «Purtroppo il cammino verso il Mondiale ce lo siamo complicato da soli, il bello del calcio è anche questo ma la mia Italia sa cosa deve fare. Non ci sono favorite, tutte partono alla pari, compresa questa Macedonia squadra che gioca abbottonatissima», ha sottolineato Mancini.

Il ct ha voluto fare le cose nella maniera migliore durante la marcia di avvicinamento agli spareggi. Vedi il giro delle sedi degli azzurrabili con tanto di pranzi e cene: «Il mio giro gastronomico è andato bene..., era necessario farlo per parlare un po' tutti insieme. Un incontro positivo per sapere cosa fare e cosa non fare in campo». Stasera a Palermo vogliamo così rivedere l'Italia bella, sorridente e che fa calcio. «Non credo che sia una Nazionale diversa da quella dell'Europeo - ha detto ancora il ct - abbiamo sempre cercato di fare il nostro gioco anche se quando affronti le gare durante l'anno è sempre più complicato. La squadra non è cambiata ha voglia di vincere, di giocare e di fare gol». Già, il gol con Immobile chiamato al nuovo esame in azzurro per confermare la sua vena realizzativa, evidenziata dai 21 gol in campionato. I giovani come Scamacca scalpitano dietro di lui, ma per ora la maglia da titolare resta sulle sue spalle.

Ciro è per ora uno dei punti fermi, come il doppio play Verratti-Jorginho («dopo i due errori in azzurro, ha segnato sette rigori di fila: se ce ne capita uno vedremo...», sorride Mancini a chi gli ricorda uno dei peccati originali che ci hanno portati a questo punto) e Barella a centrocampo.

E oggi ci sarà un Mancini in panchina e uno in campo: risolto l'ultimo dubbio in difesa a favore del romanista che affiancherà Bastoni. Rispetto all'undici che giocò nel 2017 con la Svezia, l'età media è più bassa di tre anni (27 invece di 30).

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