Da maestro Contador una lezione per tutti Ed è caccia ai motorini

Ha la corsa in mano. Controllate le bici dei primi 5 per verificare che non ci fossero propulsori nascosti

Tappa decisiva e Contador impone la sua classe
Tappa decisiva e Contador impone la sua classe

VerbaniaIl bello è che c'è ancora chi maledice la crono di Valdobbiadene, troppo lunga, troppo spacca gambe e invasiva, che ha lanciato in orbita Alberto Contador, gettando nello sconforto Aru e compagnia pedalante. La verità è molto più semplice: mettete al posto del Mortirolo una rampa del vostro garage e lo spagnolo di Pinto arriverà per primo anche lì.

Non c'è storia, non c'è partita, non c'è modo per contrastare questo fuoriclasse di assoluta grandezza, che non per niente in carriera ha già vinto sei Grandi Giri (due Tour, un Giro e tre Vuelta, ndr) e se non gli avessero tolto giustamente un Tour per una positività al "clenbuterolo" (carne contaminata, diceva lui) e ingiustamente un Giro - quello del 2011 - perché con la squalifica retroattiva non avrebbe dovuto correrlo, di Giri in bacheca ne avrebbe otto.

È un fenomeno Alberto Contador e anche ieri non ha fatto altro che ribadirlo. Il giorno prima, lungo la discesa dell'Aprica in direzione Mortirolo, era stato fermato da una foratura. Lui non si era scomposto e da quel fatto negativo aveva trovato la forza per mettere in un angolo tutta la concorrenza. Quasi un minuto di distacco da Aru e Landa ai piedi del Mortirolo? Problemi? Non per Contador. Era partito e si era reso protagonista di una delle ascese più spettacolari del suo repertorio. Alle fine li aveva ripresi tutti e se ne era andato al traguardo con due paggetti: Landa e Kruijswijk. Aru disperso.

Ieri stesso copione, a parte invertite però. Landa, il basco secondo in classifica, cade poco prima del Monte Ologno e Contador appena inizia la salita dà inizio alla battaglia. Landa resta sulle gambe, cerca di limitare i danni, ma alla fine sarà la maglia rosa a vivere l'ennesima giornata di gloria, rosicchiando in pratica a tutti oltre un minuto e rafforzando così il proprio dominio in classifica generale. Contador quando è alle corde si esalta, gli altri quando sono messi in ginocchio al massimo si rimettono in piedi.

La tappa di Verbania finisce a Gilbert, che bissa Vicenza. Alle sue spalle il giovane e bravo Manuel Bongiorno, staccato di 47" e il francese Chavanel a 1'01". A fine tappa, per la seconda volta nel Giro, controllate le bici dei primi 5 (Contador compreso) per verificare che non ci fossero motorini nascosti. Nella generale Alberto rafforza il primato alla vigilia del tappone di oggi con oltre 4.800 metri di dislivello che finirà a Cervinia. Il madrileno ha oltre 5 minuti su Landa e oltre 6 su Aru. Una supremazia netta e totale.

Altro che crono di Valdobbiadene: con questa supremazia c'entra davvero poco.

Arrivo 1. Gilbert (Bel) 170 km in 4h04'14"; 2. Bongiorno (Ita) a 47"; 3. Chavanel (Fra) a 1'01"; 4. Busato (Ita). Generale 1. Contador (Spa) 72h23'09"; 2. Landa (Spa) a 5'15"; 3. Aru (Ita) a 6'05".

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