la MAGLIA NERA di

In mezzo alla fronte, proprio sopra il naso, spicca una croce di colore rosso vivo: gli sarebbe comparsa il 2 maggio 1999, il giorno della beatificazione di Padre Pio. Al pari del frate di Pietralcina ha delle stimmate che sarebbero state dichiarate di «origine non umana» dopo una serie di analisi biologiche effettuate al Policlinico Gemelli di Roma. Di chi parliamo? Ma di don Zlatko Sudac, il 37enne Padre Pio croato, un passato da studente di psicologia con l’hobby della pittura, chiamato dal ct Slaven Bilic per infondere coraggio ai suoi giocatori durante l’Europeo. L’effetto s’è fermato l’altra notte a Vienna davanti alla Turchia di Terim. Il giorno prima il sacerdote aveva parlato a Modric, Rakitic e compagnia in mezzo: «Sono un messaggero di pace, arrivato qui per trasmettere amore e speranze. Credete e vi sarà dato». E i croati credevano nella qualificazione, ne erano addirittura sicuri dopo il gol segnato al 119’ da Klasnic. Invece sono rimasti a mani vuote. Senza voler apparire blasfemi la dea bendata, che ha una particolare simpatia per Terim, ha avuto la meglio sulla religione.

Non è la prima volta: ricordate l’acqua santa di Trapattoni nel mondiale 2002? Non fu miracolosa contro la Corea di Hiddink. Con tutto il rispetto per chi la pensa diversamente, santi e fanti non fanno rima nel mondo dello sport. La religione vale più di una partita.

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