"Alonso cercava di portare il team dalla sua parte, di Raikkonen era difficile capire cosa pensasse, Schumi invece vedeva sempre il bicchiere mezzo vuoto e questo spingeva il team a inseguire la perfezione". Sono le parole dell'ex pilota della Ferrari, Felipe Massa in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Otto anni in Ferrari, dove arrivò ragazzino grazie alla simpatia di Michael Schumacher. Alla guida della Rossa è stato il pilota ad aver disputato il maggior numero di stagioni consecutive più Gran Premi (139 all’attivo) alle spalle di Schumi e Kimi Raikkonen.
Nessun titolo mondiale vinto, anche se nel 2008 ci andò davvero vicinissimo, tagliando il traguardo da campione in pectore prima che Lewis Hamilton riuscisse a conquistare la quinta piazza nell'ultimo giro, la prima utile per consentirgli di vincere il suo primo titolo iridato per un solo punto. Uno smacco che il brasiliano non ha mai digerito del tutto, ancora oggi a distanza di anni.
Alla vigilia del nuovo Mondiale di Formula Uno, con le scuderie che stanno presentando le nuove monoposto, completamente differenti rispetto a quelle del 2021 causa il cambio di regolamento, Felipe Massa ha espresso le sue opinioni in un’intervista alla Rosea. Secondo l'ex pilota le ultime novità non provocheranno scossoni: "Mercedes e Red Bull saranno lì, è un’opportunità un cambio così, ma lavorare non basta, serve farlo con la direzione giusta".
Sulla Ferrari invece: "Difficile farsi un’idea. Il mio augurio è che Mattia Binotto sia riuscito a rendere la squadra più efficiente. Durante la stagione è cresciuta, seppur non sia stato sufficiente per vincere. Hanno due piloti bravi" ha aggiunto riferendosi a Leclerc e Sainz.
E proprio sullo spagnolo Massa ha voluto ha quasi voluto fare ammenda: "Pensavo come molti che sarebbe stato meglio ingaggiare Ricciardo ma si è dimostrato bravo Carlos, motivato e fisicamente preparato, un lavoratore e con Leclerc sono una coppia forte".
Parlando del passato, Massa è stato al fianco di tante presentazioni con Schumacher, Raikkonen e Alonso. Racconta così l'atteggiamento degli ex colleghi: "Michael vedeva sempre il bicchiere mezzo vuoto e questo spingeva il team a inseguire la perfezione. Di Kimi era persino difficile capire che cosa pensasse, parlava poco con chi lavorava con lui, a volte si dimenticava persino di salutare, ma in pista forniva sempre ottime analisi".
Su Fernando Alonso invece la rivelazione più velenosa: "Fernando era diretto, se c’era qualcosa che non gli piaceva, faceva di tutto perché cambiasse.
Il suo guaio è che aveva una doppia personalità: quando calava la visiera diventava un altro, tendeva a dividere un po’ la squadra, si chiudeva con i suoi uomini e cercava di portare il team dalla sua parte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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