Il Messico smaschera l'altra faccia del Brasile

Senza "aiutini" la squadra di Scolari non va oltre lo 0-0. E anzi rischia Neymar bloccato, Fred inesistente, Julio Cesar e Ochoa firmano il pari

Il Messico smaschera l'altra faccia del Brasile

C'è questa voglia di fare tutto, in fretta e subito. Un shaolin soccer, un vuoto pneumatico, un'assenza di personalità che una grande nazionale che vuole vincere il Mondiale non può non avere. Ieri il Messico ha spiegato perché Felipao Scolari ha torto quando dice che i direttori di gara arbitrano male anche quando non c'è il Brasile. Ieri il Brasile non c'era, nel senso che doveva giocare contro il Messico ma non si è visto, eppure Cakir non è certo stato il peggiore in campo.
Si può dire che questo Brasile è annoiante? Bastava un piccolo passo avanti, un segnale, Scolari sta cercando di metterli assieme ma sembra che sia una operazione con grado di difficoltà elevato. E Felipao lo aveva previsto in tempi non sospetti, continuava a ripetere che il problema principale non era la forma di Neymar o la scelta dei due laterali ma quella di mettere insieme una squadra di calcio. Ci sono altre cinque partite, se tutto va bene, non c'è tantissimo tempo ma non è detto, e poi in genere il Mondiale va a chi parte male e si ritrova per strada, pesca la condizione e gli entra tutto quello che nelle prime partite non gli riusciva. Ieri sera il Messico ha mantenuto la tradizione, al Brasile fa sempre tremare la schiena, magari non c'è confronto come tecnica individuale ma mentre i verdeoro lì vincono a mani basse, i Tricolores sono una squadra, sulla palla ci vanno sempre in tre, la loro è guerriglia pura, non ci sono comandanti e truppa, undici che sembrano uno.
L'inizio è stato questo, ogni pallone un agguato con Cakir che ha lasciato spesso correre per non intasare di fischi la scena. Il primo tiro comunque è messicano una sventola dalla distanza che Julio Cesar mette con le dita sopra la traversa e Cakir non vede e quindi non concede l'angolo. É il 25', immediata la risposta del Brasile, Neymar si alza e colpisce di testa precisissimo, Ochoa - portiere svincolato dall'Ajaccio e ancora senza squadra - compie una specie di miracolo. Poi sugli sviluppi di una punizione, è Thiago Silva che di petto serve David Luiz in area piccola, ancora Ochoa in uscita salva ma questa era una situazione di grande pericolo, la seconda, troppo poco.
Felipao ha messo in panchina Hulk, ufficialmente indisposto, agli occhi di tutti, quello che ha pagato la prestazione non esaltante contro la Croazia di tutta la Seleçao. Paga Hulk, dicono in Brasile, perchè è quello al quale la tifoseria è meno affezionata, è andato via giovane, non è della tribù. Però senza di lui Fred non riesce mai a trovare una sponda, gioca perennemente spalle alla porta, ieri un tempo senza calciare verso Ochoa. E Ramires, schierato in fascia al posto di Hulk, ha fatto un tempo abbastanza anonimo e poi non è rientrato in campo. Molto più tecnico di Hulk, Ramires ha messo su muscoli in Premier e poteva essere un buon grimaldello per scardinare la robusta difesa dei centroamericani. Oscar è partito larghissimo a sinistra e poi ha lasciato la fascia a Marcelo e si è spostato in mezzo. Dani Alves qualche cross e tanta corsa, Paulinho e Luiz Gustavo ancora insufficienti lì in mezzo dove i messicani giocavano più larghi.
Ma il problema del Brasile non è nel singolo. Loro ti possono far gol in ogni momento, una punizione di Neymar, una percussione di Oscar, una girata di Fred, Paulinho dalla distanza, Thiago Silva o David Luiz su angolo, ma si parla di singolo, non di collettivo. E non si sono visti progressi in questo senso, con il Messico che nel frattempo ha sfolleggiato dalle parti di Julio Cesar, alla fine molto impegnato almeno quanto il collega.

La pochezza del Brasile tutta nella sostituzione di Fred che ha lasciato il campo di Fortaleza senza mai calciare in porta una sola volta. Il finale è un assalto disordinato, un sinistro di Neymar, una girata abbondantemente fuori di Jo, una conclusione di Thiago Silva, molta frenesia, Thiago Silva che su Hernandez poteva anche volare negli spogliatoi.

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