
Il castello di carta costruito dal Milan nell'estate scorsa è crollato miseramente in quel di Bologna al culmine di una serata piena dei soliti errori e di qualche clamorosa omissione (arbitrale) rimasta sotto traccia per via della deficitaria prestazione rossonera. Due cifre in tale direzione sono eloquenti: 5 sconfitte su 6 trasferte rappresentano un indicatore e appena 1 successo nelle ultime 5 sfide di Conceiçao fanno scadere la sua media punti e completano lo scenario avvilente. A questo punto le partite a disposizione (12) non possono autorizzare nessun calcolo favorevole: la zona Champions è persa, anzi a trovare qualche inquietante analogia con il Napoli dello scorso anno, c'è il rischio concreto di scivolare ancora in classifica fino al decimo posto, specie con alle viste la sfida con la Lazio di domenica sera. Lo striscione apparso ieri davanti alla sede, parla chiaro: «Andatevene tutti, indegni». A preoccupare è la qualità del calcio esibita, peggiorata rispetto a Torino (allora ci furono 21 tiri in porta) e ridotta solo a tre contropiedi (1 gol e due occasione sprecate da Gimenez dopo 21 e da Musah nella ripresa). La spiegazione è sotto gli occhi di tutti: si è passati dalla voglia di «calcio dominante» di Fonseca al «vincere i duelli» e a tirare indietro la squadra nella speranza di innescare la velocità di Leao e proteggere la difesa. Previsione sbagliata perché anche a Bologna il secondo gol subito è frutto di superficialità e disattenzione, proprio come a Torino, dei difensori. Come sostiene l'ex portiere di Lazio e Nazionale Marchegiani colpisce «la facilità con cui il Milan subisce gol».
Sergio Conceiçao si è presentato battagliero nella notte di Bologna: ha replicato duro «agli allenatori che mi criticano il giorno della partita» (riferimento a Sarri; ndr) e messo in vetrina il suo curriculum quasi per invocare dalla società («se vogliono vado via senza pretendere un euro») una parola di conforto. E infatti ieri mattina la rassicurazione è arrivata sul tavolo di giornali e siti per far sapere che non è in discussione il tecnico, ancora alle prese con una doppia semifinale di coppa Italia con l'Inter. Ibra parlerà probabilmente domenica: sarebbe stato meglio farlo ieri, come è stato costretto a fare in casa Juve Giuntoli con Thiago Motta dopo la disfatta con l'Empoli. Non possono nel frattempo non far discutere alcune scelte e magari anche qualche improvvisa apparizione (tipo Jovic) oltre all'insistenza di schierare Joao Felix che è stato nullo a Bologna così come a Torino.
Poiché il Milan attuale è diventato una sorta di croce rossa calcistica, sparargli addosso è operazione scontata nella quale si è esercitato anche il sindaco di Bologna Lepore («vittoria bellissima, la risposta migliore alla prepotenza») a cui il Milan non ha replicato perché è in attesa dell'esito del ricorso al Tar contro la delibera del sindaco di sospendere la partita nei giorni successivi all'alluvione. Conceiçao ha solo di striscio citato il caso dei due gol subiti, il primo di Castro dopo assist di polso di Fabbian, e il secondo da fallo laterale con palla uscita come documentato dalla tv.
Spiegazione elementare: perché di questi tempi, con il rendimento del Milan attuale, significherebbe peggiorare la narrazione. L'episodio, ripetuto, di sviste arbitrali comunque serve per segnalare un altro deficit del club sul piano politico (è praticamente inesistente).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.