Il Milan non molla mai. Ribaltone e notte in vetta

Sotto 0-2, rimonta e supera il Verona. Pioli primo in attesa del Napoli. E si rivede Ibra in campo

Il Milan non molla mai. Ribaltone e notte in vetta

Due partite in una. La prima è targata Verona che fa vedere le streghe ai 50 mila di San Siro evocando il famoso fatal Verona: va avanti due volte, la seconda con un rigore molto chiacchierato e smentito dalla tv. Nella ripresa comincia invece la partita del Milan grazie alle rettifiche dello schieramento e qui è un'altra musica. Perché grazie alla perfomance di Leao, al colpo di testa di Giroud, alle serpentine di Castillejo cancella il risultato e sgabbia davanti per una deviazione maldestra di Gunter. È la prima volta che il Milan si ritrova sotto con due gol: in altri tempi, soltanto nella passata stagione a San Siro, sarebbe affondato. Qui, a dispetto di gravi assenze e qualche altro ko (Rebic), è capace invece di risalire la china e presentarsi al fischio finale con un altro successo trascorrendo la notte da capolista.

Forse la sosta, di sicuro le numerose e pesanti assenze: il risultato è che il Milan di ieri sera è irriconoscibile rispetto a quello lasciato a Bergamo, due settimane prima quando dominò da cima a fondo l'Atalanta. Si colgono subito incertezze (B. Tourè), poca reattività (Calabria), qualche pasticcio (Bennacer) ed ecco che il Verona trasforma una respinta maldestra difensiva dei rossoneri in una ripartenza da Veloso a Caprari che castiga Tatarusanu. E qui bisogna aggiungere: per il portiere senza colpe. Invece di rimettersi subito in sintonia con la partita, il Milan a metà prima frazione subisce anche il secondo ko, e questa volta con ampi margini di discussione per la decisione dell'arbitro (un giovanotto alle prime esperienze) avvalorata (e questo è l'aspetto più grave) dal varista. Le immagini accreditano una tesi diversa: è Kalinic ad allargare il compasso delle gambe e a commettere fallo su Romagnoli, non il contrario. Barak, dal dischetto, è una sentenza. Il Milan ci mette del suo, naturalmente. Per cominciare perde l'unico combattente in grado di destabilizzare la difesa veronese, Rebic (colpo alla caviglia dolente). Poi fa solo confusione e butta avanti palloni avanti alla ricerca di chissà cosa mentre il Verona non perde mai la bussola.

Gli inevitabili cambi di Pioli (Krunic per l'acerbo Maldini, Castillejo per lo stanco Saelemaekers) a inizio ripresa cambiano la pelle e la stoffa del Milan che mette sotto pressione la difesa veronese e nel giro di mezz'ora o poco più riesce a ribaltare il risultato con una rincorsa impressionante. Comincia Leao che si scatena sulla sua pista preferita, a sinistra e scodella sulla testa di Giroud la palletta del primo gol.

Poi tocca a Castillejo, infilatosi in area al culmine di una bella triangolazione, procurare il rigore che Kessiè trasforma senza incertezze. Appena ritorna nella mischia anche Ibra, la difesa del Verona va in tilt e su un cross innocuo di Castillejo, Gunter procura la più beffarda delle deviazioni nella propria porta.

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