Presepe nazista, kefiah e Harry Potter inclusivo. Le parole della settimana

Da “Una poltrona per nessuno” all’ETF antiwoke: la settimana raccontata in parole

Presepe nazista, kefiah e Harry Potter inclusivo. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori

Presepe nazista

E anche quest’anno il narciprete no-global don Vitaliano Della Sala vuole far parlare di sé. Lo scorso anno lo aveva fatto mettendo due mamme a Gesù bambino, lo scorso gennaio esponendo in chiesa manufatti di un post-artista che mette paperino o l’uomo ragno al posto di Gesù. Quest’anno scegliendo la stessa linea ha esposto un presepe fatto con i Simpson, con indosso cuori e fiamme arcobaleno (rimando al simbolo LGBTQ), con Gesù su uno skateboard. E a vegliare su tutto un crocifisso in cui al posto di Gesù c’è Adolf Hitler. Di ottimo gusto, questa trovata blasfema, ma oramai non ci si meraviglia più di niente. Neanche di un presepe nazista.

Kefiah

E a proposito di presepi, ha fatto molto discutere l’immagine del presepe in Vaticano, il Papa davanti a un Gesù bambino adagiato sopra una kefiah palestinese. La kefiah bianca e nera è il copricapo simbolo della guerra contro Israele. Nella confusione che regna sovrana non guasta allora ricordare sommessamente che Gesù quella kefiah non l’ha mai vista, che Gesù non era palestinese – i romani chiameranno quella terra Syria Palaestina cent’anni dopo – e anzi, per quanto oggi sembri strano ricordarlo, Gesù era pienamente ed indiscutibilmente ebreo. E il fatto che questo oggi sia un particolare secondario e anche ignorato da tanti è forse la causa di molti mali.

Una poltrona per nessuno

Nel periodo natalizio compaiono puntuali i film di Natale. Eppure la cultura woke non manca di voler cancellare pure quelli. Quest’anno è il turno di Una poltrona per due. Un articolo di Vanity Fair mette sotto processo il film perché un personaggio usa la parola “negro”, perché un altro personaggio bianco si camuffa da nero (la chiama wokkamente “black face”…), perché le donne sarebbero trattate come oggetti… Ignorando completamente che questo film è anche la storia di riscatto del personaggio afroamericano. La follia di questa nefasta ideologia vorrebbe costringere il mondo a noiosissimi film politicamente corretti e femministi, ma grazie al cielo la consapevolezza di un numero sempre maggiore di persone sta spingendo questa propaganda là dove dovrebbe stare: in un baratro di reazioni perplesse, risatine e noncuranza.

Harry Potter inclusivo

Eppure il woke non ha ancora finito di far danni. Nel contesto della nuova serie TV su Harry Potter si è aperto il dibattito su chi possa prendere il posto di Alan Rickman, Severus Piton (Snape). La produzione aveva già fatto sapere che il casting sarebbe stato, loro dicono “inclusivo”, ossia non avranno alcun peso sulla scelta degli interpreti elementi come l'orientamento sessuale, l'etnia, eventuali disabilità o l'identità di genere. Inutile sottolineare quanto folle sia questa impostazione. E le notizie che sono trapelate indicano che la scelta sarebbe ricaduta, anche se non è ancora ufficiale, su Paapa Essiedu. Certamente un bravo attore. Ma l’ipocrisia woke vorrebbe costringerci a ignorare il fatto, piuttosto evidente, che è di origine africana, perché se qualcuno dovesse farlo notare avrebbe subito tatuato in fronte lo stigma di “razzista”. Alla fine questo è l’obiettivo della propaganda, renderci ciechi. O almeno muti.

E che Caffo!

Ha fatto molto parlare la vicenda di Leonardo Caffo, il filosofo “antispecista” invitato da Chiara Valerio all’edizione di Più Libri Più Liberi dedicata a Giulia Cecchettin e poi condannato in primo grado per lesioni e maltrattamenti alla ex compagna. Dopo un processo di mostrificazione, dopo esser stato abbandonato da tutto il salotto radical chic e dopo aver trascinato con sé la stessa Chiara Valerio, Caffo rilascia un’intervista in cui innalza la causa dei padri separati e della vittimizzazione del maschio e insieme cerca di ricollocarsi politicamente a destra. E questo qualche sospetto lo genera. Parliamo di un filosofo antispecista – la frangia più estrema del woke – che appoggia il movimento della sinistra radicale di Varoufakis, collaboratore del Manifesto, dell’Espresso, di Internazionale. Non è che semplicemente, abbandonato dal salotto dei radical chic, cerca altri ambienti a cui appigliarsi? Sulla colpevolezza giudicherà il tribunale, sul ricollocamento politico giudicheranno i lettori.

ETF antiwoke

L’era Trump non è ancora ufficialmente iniziata, eppure anche l’economia risponde.

A gennaio infatti sarà lanciato un ETF – ossia un prodotto finanziario – che escluderà le società dello S&P 500 che incorporano i principi woke nei loro processi di assunzione del personale. Esistono già prodotti finanziari che operano scelte extraeconomiche – per esempio i fondi “green” – ma questa è la prima volta che il woke viene smascherato anche dall’economia.

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