Paolo Maldini ha provato a rianimare il suo Milan, depresso e uscito a pezzi al culmine della seconda bastonata seguita al derby di Riad. «Siamo ancora secondi da soli e comunque siamo nei nostri parametri», la difesa d'ufficio del suo lavoro, applaudito a scena aperta per secondo posto e scudetto, e adesso - secondo consolidata tradizione del calcio italiano- finito dietro il banco degli accusati. La spiegazione è scontata: i campioni d'Italia sono già usciti dagli ottavi di coppa Italia, sono reduci dal disastroso viaggio in Arabia e hanno pure collezionato una striscia inquietante di cinque partite senza vittorie. Dal 4 gennaio, dopo Salerno, infatti in campionato sono arrivati due pareggi e una sconfitta marcando una differenza in negativo rispetto al precedente torneo (4 punti e 5 gol in meno).
Ma forse la cifra più allarmante è la seguente: in tutto il girone di andata, la difesa rossonera ha concluso solo 4 partite senza subire gol (contro Bologna, Sassuolo, Juve e Cremonese). Hanno pesato di sicuro l'assenza prolungata di Maignan (tornerà a febbraio, generica rassicurazione), il mancato acquisto di un sostituto affidabile (Tatarusanu con la Lazio ha toccato il punto più basso del rendimento) e la scarsa protezione ricevuta dal resto dello schieramento a causa della mancata sostituzione di un pilastro come Kessiè.
Rimpiazzarlo con un trequartista come Diaz o il belga indecifrabile CDK (avendo già in lista il misterioso Adli) ha comportato tatticamente più tormenti che vantaggi. Senza trascurare il contributo inesistente di Origi. Adesso si è fermato anche Tomori ai box (lesione al muscolo rotatorio dell'anca sinistra): il derby di inizio febbraio è a rischio. Certo Pioli, nello specifico, ha qualche responsabilità (confermare lo schieramento messo sotto a Riad con Calabria in sofferenza acuta contro Zaccagni senza l'aiuto di Saelemaekers), ma metterlo in discussione significherebbe farsi del male gratuitamente. E Maldini ha fatto bene a non considerare la domanda sull'argomento «l'unica che non avrei voluto sentire». Anche perché Scaroni ha aggiunto: «Quattro è meglio di cinque. E io ricordo ancora Atalanta-Milan 5-0». Appunto. Pioli ha inventato questo Milan dopo il lockdown, tocca a lui rimetterlo in pista. Con una linea del Piave: la qualificazione in Champions che non è più così scontata, nonostante la penalizzazione della Juve. A sentire Costacurta il Milan ha avuto un tracollo psicologico dopo il 2 a 2 subito dalla Roma. Sarebbe molto grave. Perché l'anno scorso, sul piano morale, il gruppo è stato capace di rialzarsi puntualmente dopo qualche spiacevole scivolone. Ha perso anche questa caratteristica, segno di uno sfaldamento collettivo.
E nelle curve di questo mese di orribile gennaio c'è da registrare anche il contributo di Leao che invece di dare una mano,
«rimboccarsi le maniche» come suggerisce Pioli, pensa di risolvere da solo con qualche assolo presuntuoso. Per tacere del suo famoso rinnovo che vive alterni pronostici: un giorno s'avvicina, il giorno dopo si allontana.
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