Milan vai, è una questione di feeling

La curva rossonera: "Ci state riconquistando". E loro non deludono: Torino ko. Nono risultato positivo di fila (5ª vittoria)

Milan vai, è una questione di feeling

Il terzo posto è sempre molto lontano (specie dopo il successo della Roma a Empoli firmato da uno della real casa, El Shaarawy) ma il Milan può consolarsi egualmente con questa striscia che comincia a diventare interessante, molto interessante. Il successo di ieri sera, 1 a 0 sul Torino, difesa rimasta immacolata, è il nono risultato utile consecutivo (4 pari, 5 vittorie e sempre in gol da nove partite) dopo quel debutto nel 2016 (contro il Bologna) che sembrò anticipare un altro anno orribile e invece fu la premessa per riprendere a tessere la tela europea. Basta un golletto, prima dell'intervallo, per domare il Toro di Ventura alle prese con un periodaccio, contestato dagli ultrà (4 punti in 4 partite)Tradito più dall'imprecisione dei suoi attaccanti che in apertura sono riusciti a guadagnarsi un paio di contropiedi sbavati da Immobile, recuperato un paio di volte dallo strepitoso Zapata, una specie di riscoperta di Mihajlovic.

È un Milan capace di soffrire, come negli ultimi minuti della sfida di ieri sera, nonostante il contributo generoso di Boateng entrato per dimostrare a Niang che c'è modo e modo per meritarsi il posto da titolare. In assenza di Montolivo, sale in cattedra Kucka ma è Bertolacci che non riesce ancora a decollare e a mostrarsi degno della fiducia del tecnico, non certo del pubblico di San Siro che lo pizzica alla prima incertezza. Citazioni anche per Honda e Abate (squalificato col Sassuolo).Un tempo, un tempo recente tra l'altro, il tallone d'Achille del Milan fu l'imperizia sui calci piazzati, troppi gol subiti in quelle pieghe che addirittura consigliarono con Inzaghi l'arrivo di un tattico specialista che non riuscì a risolvere il deficit. Adesso il Milan di Mihajlovic sembra trovare risorse inattese proprio sugli sviluppi di punizioni e angoli: così Alex aprì la strada al successo nel derby, così ieri a fine primo tempo il sigillo di Antonelli (dedica allo zio appena deceduto) dopo un bel tot di occasioni sciupate dal Toro e dagli stessi rossoneri. Forse è anche questa la conferma dei progressi traditi in questo tratto di stagione, progressi apprezzati anche dalla curva degli ultrà con quello striscione («ci state riconquistando») pubblicato sotto il diluvio di ieri sera. Anche Bacca, più tardi, sempre da angolo, dimostra che è lui il re delle palle vaganti (ma il punto gli viene annullato per fuorigioco indiscutibile).

Un difetto vistoso dell'ultimo Milan sembra insomma eliminato. Non riesce invece a migliorare né a fare passi avanti quel ragazzo di Niang assente da tempo dal tabellino dei marcatori e incapace di assistere come si deve Bacca che deve avere qualche pallone utile per far sentire il suo artiglio sulla pelle viva della difesa granata. Al pari di Immobile che ha sul piede buono il pallino per mandare sotto il rivale e invece la mira nella serata è da dimenticare. Martinez e Maxi Lopez nel finale disegnano un Toro con addirittura 4 attaccanti per tentare il disperato recupero.

Non è coraggio ma solo un pizzico di disperazione per tentare di raddrizzare una stagione che sta offrendo pochissima resa da parte di una squadra che nelle prime partite del torneo è finita in classifica davanti alla Juve per la soddisfazione del suo popolo.

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