L'unica cosa certa finora nel caso Pantani è la superficialità - se non la si vuole definire in altro modo - con cui vennero svolte le indagini. Si giunse subito ad una conclusione, quella del suicidio, ignorando indizi e piste che andavano da tutt'altra parte. A ricostruire, da un'angolatura diversa, ciò che accadde nelle ultime ore di vita del campione di Cesenatico ci ha pensato Antonio De Rensis, avvocato incaricato dalla famiglia Pantani.
L'esposto presentato, che ha portato alla riapertura dell'inchiesta, conta 110 pagine, e grande importanza assume la parte dedicata ai tabulati telefonici. La morte del ciclista è stata collocata nella mattinata del 14 febbraio 2004 e la notizia della sua scomparsa è stata data nella tarda serata. Intorno alle 20 il personale del residence "Le Rose" ha scoperto il cadavere. In teoria, essendo Pantani stato da solo in quella camera, nessuno avrebbe dovuto sapere del suo decesso. In realtà dalle 13 alle 20 di quel giorno diversi telefonini sono bollenti, in particolare quelli dei pusher che hanno fornito la droga a Pantani e quelli di altre persone ancora da identificare.
Lo stesso avvocato De Rensis si dice fiducioso: "Il traffico telefonico risulterà importante, e non sarà difficile risalire alle utenze". Il legale non si sbilancia, ma qualcuno ha già parlato di racket del doping, rimasto ben nascosto in questi dieci anni. "Non insinuiamo altre ombre"- si è limitato a dire De Rensis -"bisogna fare piena luce su ciò che è avvenuto". Fra le numerose telefonate, la più misteriosa e inspiegabile resta quella partita dal residence, quando il cadavere era già stato scoperto e la polizia già chiamata, nella quale si cercava ad un numero diverso Marco Pantani. Una conversazione surreale e a dire il vero poco credibile, durata circa 41 secondi, sulla quale si è preferito non indagare.
Ennesimo buco in un'inchiesta che ha fatto acqua, arrivata ad una conclusione frettolosa che adesso va rivista, alla luce delle manchevolezze evidenziate dal lavoro di De Rensis. Il residence "Le Rose" non esiste più come lo ricordavamo nel 2004, è stato ristrutturato, perciò la verità non potrà emergere da nuovi rilievi, e per questo le telefonate assumono un'importanza ancora maggiore per scoprire come sono andate davvero le cose. Se Pantani è stato ucciso, bisogna scoprire innanzitutto da chi e perché, cercando anche di comprendere per quale motivo il personale del residence ignorò le sue richieste d'aiuto, le due telefonate proprio a ridosso della morte in cui avvertiva che alcune persone lo stavano infastidendo.
Altra certezza venuta meno, il fatto che nessuno potesse raggiungere la camera di Pantani senza passare dall'ingresso principale: il residence aveva un secondo ingresso, sostanzialmente incustodito, che lo stesso Pantani avrebbe usato almeno una volta per uscire dall'edificio senza essere visto. Insomma, con po' di accortezza chiunque poteva entrare e uscire a proprio piacimento. Questo aspetto emerse già nel 2004, ma fu ignorato. Volutamente? La nuova inchiesta potrebbe servire anche a capire il perché di indagini così approssimative.
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