Morata si veste da CR7. La Juventus è ancora viva

Cristiano parte in panca e la Lazio scappa con Correa. Poi il ribaltone: Rabiot e doppietta dello spagnolo

Morata si veste da CR7. La Juventus è ancora viva

Non è vero che tutte le partite siano uguali e importanti. Infatti la Juventus vince la sua partita più improbabile dopo aver scelto di rinunciare a Cristiano Ronaldo, assieme ad altri sei titolari, avendo la testa all'impegno di Champions contro il Porto, quella è la stazione che spingerà ai quarti o che porterà al binario morto. John Elkann, nell'intervista a La Stampa in occasione del prossimo centenario di Gianni Agnelli, ha concesso parole affettuose al cugino Andrea e ai nove scudetti consecutivi che avrebbero fatto felice il nonno, riflessioni da capofamiglia che preannunciano una unità di intenti e, probabilmente, una nuova iniezione di denari che ridiano maggiore equilibrio al bilancio, non escludendo la conferma dell'attuale management. Martedì le parole dovranno essere confortate dalla qualificazione altrimenti la memoria del passato verrà bruciata in fretta da una realtà diversa, anzi opposta.

Anche perché la Juventus schierata in campo non ha suggerito pensieri dolci; il centrocampo debolissimo in fase di interdizione, non essendo né Rabiot, né Ramsey portati a marcare l'avversario, lo spostamento a sinistra di Chiesa sullo stesso domicilio di Bernardeschi, la difesa scoperta senza i tre centrali consueti, Bonucci-Chiellini-DeLigt, sono stati i segnali di fumo nero, il recupero di Cuadrado ha ridato energia ma l'assoluta fragilità di Kulusevski in fase di copertura e un suo sciagurato passaggio arretrato (è il calcio moderno, no?) ha consentito il vantaggio di Correa.

La Juventus si è infuriata per un mani evidente di Hoedt in area di rigore sul quale Massa e la sua orchestra al Var hanno stranamente sorvolato, ribadendo come la confusione e il coraggio viaggino assieme nella categoria che ormai ha preso in mano il football, come dimostrano le ultime novità regolamentari decise da Fifa, arbitri senza mai consultare i calciatori e gli allenatori. La Lazio è stata attenta, pronta a ripartire in contropiede, avendo la prevalenza in mezzo al campo con Milinkovic e Luis Alberto, là dove Pirlo ha avanzato Danilo, ha sofferto sulle fasce, non ha trovato ancora Immobile ma è stata troppo prudente, la reazione avvolgente della Juventus ha portato al gol potente di Rabiot.

Il pareggio ha dato vitamine impreviste ai bianconeri, eccitati da Chiesa e ribaltato il risultato in minuti due, Morata, l'unico centravanti atteso da mesi, ha portato al 3 a 1, su contropiede e su rigore. Orejas y ovaciones per lo spagnolo che ha dato il cambio a Ronaldo, che poi non ha toccato un solo pallone, sembra una notizia da Scherzi a parte ma è un segnale di quanto e come il football si smentisca continuamente.

La Lazio, tramortita, ha giocato in modo episodico, i cambi non hanno avuto effetto. Ora qualche romantico dirà che la Juventus recupera punti nella corsa sull'Inter, in verità Pirlo deve recuperare i titolari per la Champions, il resto è fede e propaganda.

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