È Nadal il re di Roma Battuto Djokovic nella finale degli errori

È Nadal il re di Roma Battuto Djokovic nella finale degli errori

Finale brutta, fallosa, nervosa: niente da spartire con quella dell’anno prima di cui è stata un remake neanche ben riuscito. Sarà che s’è giocato di lunedì per via della pioggia birichina e della concomitante finale di Coppa Italia, ma di spettacolo s’è visto solo qualche sprazzo. Tanti e macroscopici i colpi sbagliati da ambo le parti. Gli Internazionali Bnl d’Italia meritavano un epilogo migliore dopo il rinvio di domenica che ha provocato una dura contestazione da parte degli spettatori. C’è stato persino chi ha insultato i due giocatori al rientro in albergo. Per fortuna il clima è migliorato sotto ogni aspetto. E il pubblico s’è rifatto con un comportamento ricco di applausi e carezze nei confronti di Nadal, il vincitore, e Djokovic, lo sconfitto. Lo spagnolo ha sbagliato meno. O meglio, ha capito che ci avrebbe pensato il rivale a facilitargli il compito con una serie inspiegabile di errori gratuiti (39 secondo l’Atp, 45 sul nostro taccuino) e alla fine ha portato a casa la coppa d’argento per la sesta volta in sette finali.
È lui il re di Roma e di un torneo in cui ha collezionato 36 successi a fronte di 2 sconfitte. Con l’affermazione per 7-5 6-3 in 2 ore e 21 minuti, lo spagnolo ha vendicato il ko dell’anno passato per mano del serbo e ha scalzato dalla seconda posizione Federer. In aggiunta ha colto la 26ma vittoria consecutiva sulla terra rossa con un bilancio di 33 set vinti e nessuno perso. Di più e di meglio non poteva augurarsi all’inizio della settimana romana che fa da prologo al Roland Garros. Ma Nadal non può dirsi soddisfatto del gioco espresso in questa strana finale dove almeno ha avuto l’umiltà di pedalare come un onesto gregario per arrivare primo al traguardo. All’inizio ha fatto muro alle bordate dell’avversario, poi s’è ripreso con le sue bestiali rotazioni di dritto e ha vinto sull’abbrivio.
Eppure l’andamento del primo set era apparso favorevole a Djokovic che, a forza di martellare il campo, s’era trovato a due punti dal successo parziale sul punteggio di 5-4 e 30 pari. A questo punto un giudice di linea ha chiamato “out” la palla del set-ball, una palla che aveva lucidato la riga esterna. E lui è andato in confusione finendo per perdere il decimo game e lasciare all’avversario quello successivo nonostante un vantaggio di 40-15. È stata la sua fine con racchetta sfasciata sul trespolo dell’arbitro e conseguente ammonizione. Irascibile oltre il lecito. Che non fosse la sua giornata, lo s’è capito definitivamente nel secondo set quando non ha sfruttato 4 possibilità di portare via il servizio al maiorchino e riconquistare la parità sull’1-1. S’è parlato di scarsa tenuta mentale. Ma a fare cilecca è stata la condizione fisica perché il numero uno in troppe occasioni ha colpito la palla fuori equilibrio. Mai visto così impreciso negli ultimi due anni. E Nadal l’ha assecondato aggiudicandosi tutti gli scambi sopra i 10 colpi.
C’è da chiedersi dove fosse finito il giocatore che appena due giorni prima aveva dominato Federer in maniera imbarazzante.

A Parigi, dove Djokovic vuole bissare il successo degli Australian Open e coltivare il sogno del grande slam, sarà un’altra musica. Ma c’è il sospetto che Nadal, giocando al meglio dei 3 set su 5 sulla terra amica, aumenti il gap e incida per la settima volta il suo nome fra i vincitori del Roland Garros. Questo ha detto Roma.

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