Un normal Diavolo con numeri da grande

Tolti Ibra e Gigio, il Milan è... operaio: per questo convince e piace tanto

Un normal Diavolo con numeri da grande

Ci sono i risultati, c'è la classifica, spiccano i numeri a vidimare la nuova dimensione raggiunta dal Milan. Ma c'è un dato che più di altri esalta la scalata rossonera: dopo Manchester City, Bayern Monaco e Real Madrid è la quarta squadra a raggiungere il traguardo dei 100 punti - dal 1° gennaio 2020 in poi - nei cinque principali campionati europei. Il Milan che si affianca all'élite continentale è quasi un rito di iniziazione verso il ritorno nell'Europa dei grandi, l'ennesimo passo per spezzare un'astinenza da Champions League lunga ormai sette anni. Il fatto che la cifra tonda sia arrivata nella complessa trasferta di Verona, con la squadra infarcita di rincalzi e priva dei suoi totem, certifica il lavoro di prima qualità svolto da Pioli, un timoniere normale, non preceduto dai clamori, ma capace di tramandare il suo credo fino agli angoli più reconditi dello spogliatoio. Estremizzando, Dalot ha reso bene il concetto davanti ai microfoni: «Qui ci sono trenta titolari. Se manca qualcuno, altri sono pronti a subentrare». Non stupisce quindi che al Bentegodi l'abbiano risolta lui e Krunic, esponenti maggiori delle seconde linee in dotazione.

È anche questo il segreto di una squadra che se ne resta così in alto nonostante la giovane età, gli infortuni e il tour de force ormai canonico delle tre partite in una settimana, sostenuto da settembre fino ad almeno marzo inoltrato, in base all'esito della doppia sfida con lo United. Gli inglesi si alterneranno rispetto al match contro il Napoli e alla trasferta di Firenze, ma di fronte al calendario difficile i rossoneri si presenteranno con sette punti su nove ottenuti nelle ultime tre partite. E soprattutto con un'infermeria meno piena visto che già a Manchester saranno convocati Tonali, Rebic ed Hernandez. Per la sfida europea di ritorno (del 18 marzo) si candidano al rientro sia Mandzukic sia Bennacer, mentre nel weekend successivo contro la Fiorentina potrebbe rivedersi anche Ibrahimovic. In questo Milan normale una vera star non c'è, ma la dice lunga che tra i più decisivi ci sia l'onnipresente Franck Kessie, capo silenzioso dal rendimento assicurato.

Sarà anche normale eppure mai il Milan aveva vinto 11 delle prime 13 trasferte stagionale, collezionando 34 punti, sei più dell'Inter lontano da San Siro. Anche questo uno dei tanti segreti del Milan arrampicato fin lassù.

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