"Le occasioni di Mario potevano cambiare la storia"

Il Ct fa mea culpa: "Grosso errore se qualcuno è stato superficiale. Poco dai cambi. Mai tirato in porta dopo il loro gol"

"Le occasioni di Mario potevano cambiare la storia"

Una delle prestazioni più brutte della storia azzurra, che rievoca antichi fantasmi mondiali, ripensando alla Corea del Nord del 1966 e alla Slovacchia del 2010. Con la maledizione della seconda partita del girone che continua a perseguitarci dal 2000: la vittoria con il Belgio di quell'Europeo rimane l'ultima volta che la Nazionale non ha steccato il secondo round.
Ieri il ko con la Costa Rica, il punto più basso dell'era Prandelli, con un risultato che non lascia spazio a dubbi. «La sconfitta è meritata - ammette il nostro ct - loro sono stati più aggressivi. Ora dobbiamo giocarci la qualificazione con l'Uruguay, del resto sapevamo che era un girone difficile. Abbiamo dato il massimo, loro sono stati bravi a chiudere ogni passaggio. Le squadre americane hanno una reattività diversa rispetto alle europee e il Costa Rica è una squadra organizzata, con prestanza fisica e che ha capacità dio attaccare gli spazi».
La brutta figura di Recife è figlia di un approccio al match completamente sbagliato. «Non doveva essere questo, ma se avessimo fatto gol su quelle due palle gol di Balotelli, la partita sarebbe cambiata - così il ct -. Siamo stati superficiali? Non so, sarebbe un grosso errore se qualcuno lo fosse stato. Ma tutti hanno corso e lottato e non abbiamo avuto grandi vantaggi neanche dagli ingressi. Abbiamo cercato la superiorità numerica, ma andavamo troppo lenti. Subito il gol non abbiamo più tirato in porta. Non dobbiamo solo palleggiare, ma dobbiamo essere bravi anche nel cambiare la partita, con il coraggio di verticalizzare». Adesso le critiche pioveranno da ogni parte, dopo la bella prova con l'Inghilterra, un passo indietro clamoroso. «Vado avanti, come sempre fatto in questi anni - precisa Prandelli -. Ora non ci faremo prendere dal panico, penso solo a far recuperare le energie fisiche e mentali ai miei giocatori per la partita con l'Uruguay».
Già, una partita da dentro o fuori, anche se abbiamo due risultati su tre favorevoli. «La Celeste l'abbiamo incontrata l'anno scorso in Confederations - ricorda il nostro ct -. Loro ebbero il sopravvento dopo 35 minuti di ottimo calcio, anche se poi fu un match tutto sommato aperto. E per martedì vedo un risultato aperto, abbiamo un'altra opportunità, ce la giocheremo meglio.

Ma dobbiamo arrivare preparati dal punto di vista nervoso e mentale, visto che le partite non si chiudono mai, bisogna crederci». È il punto su cui Prandelli dovrà lavorare fin da oggi, sulla strada per Natal. Il nostro bivio mondiale.

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