Pagellone mondiale. Dieci allo spray, tre al capo degli arbitri

Germania, Olanda e Colombia capiclasse Portogallo e l'Africa dietro la lavagna

Pagellone mondiale. Dieci allo spray, tre al capo degli arbitri

Lo spettacolo, innanzitutto. Per il mondiale ospitato dal Brasile, la patria del calcio, è l'ingrediente decisivo: può dare sapore a questo mese di gol e magie. Di scontato non c'è un solo risultato. Lo spettacolo fin qui ha meritato un voto alto, 8.5, perché ha messo insieme un bel numero di gol (44 al netto di ieri), con una media per partita di 3,14 che è, come direbbe Cassano, "tanta roba", e trame di ottima fattura. Conseguenza di scelte tecniche orientate tutte nella stessa direzione: per fare un gol in più dei rivali, senza calcoli meschini e nemmeno un eccesso di difensivismo, persino da parte di quelle nazionali che hanno, sulla carta, una cifra tecnica inferiore. Basta meditare sulla prova dell'Australia ieri al cospetto dell'Olanda per coglierne la lezione. Che può essere trasferita ai tecnici di casa nostra: difendersi e basta non ha mai offerto il passaporto per la felicità. A proposito di Australia: la saetta con cui Cahill ha fulminato il portiere dell'Olanda ieri ha meritato subito il titolo di più bel gol del mondiale. A vederlo e rivederlo ha una somiglianza inquietante con il sinistro al volo di Immobile all'Olimpico contro la Roma (scusate l'inciso patriottico!).

Le stelle. Ha fatto rumore la manita degli orange sulla Spagna, hanno avuto l'effetto di un autentico fuoco d'artificio i 4 squilli di tromba della Germania nelle orecchie di Cristiano Ronaldo. Ecco le squadre che hanno incantato meritandosi subito il 9 in condotta per la capacità di travolgere l'avversario attraverso il gioco spumeggiante. Muller (voto 8) ha rubato il primo piano a Neymar e firmato la tripletta che ha reso euforica anche la Merkel. Robben (voto 9) è la freccia che ha ferito al petto Casillas e spaventato l'Australia con quel sinistro perfido che passa sempre a un centimetro dai guantoni del portiere: gli hanno misurato la velocità con la quale ha schiantato Sergio Ramos e soci, 37 chilometri all'ora, come se avesse tra le gambe una motoretta. Attenti alla Colombia (voto 8), pronta a stregare la platea con calcio elegante ed efficace. A proposito: ma siamo proprio sicuri che Zapata non potesse giocare nel Milan di Seedorf?

Bocciati. I primi della lista sono gli arbitri. E con loro quelle disinvolte dichiarazioni di Blatter e Busacca, il capo dei fischietti mondiali: voto 3. Hanno cominciato, malissimo, col giapponese che ha sospinto il Brasile contro la Croazia e han proseguito peggio. A dimostrazione che è il criterio a essere sbagliato, non le designazioni. Ci sono arbitri che arrivano da un calcio di periferia, non hanno l'abitudine alla grande pressione e al mestiere dei più, ce ne sono altri che invece sono collaudati. Da promuovere invece, a pieni voti, le due modifiche regolamentari introdotte da Blatter a caccia di riconferma elettorale (voto 10). Lo spray per segnare la distanza della barriera è una banalità da introdurre subito nel nostro campionato, il sistema che certifica il gol-fantasma è un vero gioiellino: senza lo strumento tecnologico non avrebbero potuto dare il gol di Benzema (voto 8 alla Francia).

L'Italia. Chiusa la parentesi con l'Inghilterra, e in attesa della conferma con la Costa Rica, l'Italia di Prandelli è stata per unanime riconoscimento da 7,5. Perché, a dispetto della sauna amazzonica, han corso tanto gli azzurri, 111 i chilometri percorsi secondo i calcoli made in Fifa, segno che a Coverciano hanno lavorato sodo. Perché poi ha dominato la scena con quel centrocampo ruotante che ha recuperato il tiki taka riveduto e corretto. Perché infine ha resistito ai colpi inferti dal destino mostrando un temperamento guerriero: prima fuori Montolivo, poi De Sciglio, quindi Buffon.

Da rivedere. Le meraviglie raccontate sul conto del Belgio (voto 6) non hanno trovato per ora riscontro: senza quel petardo sotto la traversa di Mertens nel finale di sfida, avrebbe già tradito il primo passo falso. Così dicasi della Svizzera (voto 6.5) considerata la cenerentola europea del mondiale. La delusione è targata Portogallo (voto 4), squadra legata in modo indissolubile allo smalto del suo giocatore simbolo: Cristiano Ronaldo. Si è presentato logoro, con una fastidiosa tendinite, e ha pagato dazio. L'Argentina (voto 6.5) ha fatto appena intravedere il talento di Messi: chi corre adesso, può arrivare senza benzina nei pressi del traguardo. Un vero flop invece il calcio africano.

La spiegazione è semplicissima: Eto'o e Drogba, che sono stati i trascinatori nelle precedenti edizioni di Camerun e Costa d'Avorio (voto 5), hanno perso per strada lo slancio dei giorni migliori. Ha sorpreso il Messico (voto 7), mostrando quel portiere para-tutto, Ochoa. Scommettiamo che qualcuno, in Italia, è pronto a trascinarlo in serie A?

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