Firenze. Trattasi di effetto Europeo, la vittoria ha generato gloria e prestigio per gli azzurri che sognano il Pallone d'Oro. La giuria del prestigioso riconoscimento istituito da France Football ha candidato, infatti, Barella, Bonucci, Chiellini, Donnarumma e Jorginho. È quasi un record: mai così tanti italiani si trovavano in lizza dal lontano 2007 quando in nomination finirono addirittura in 7: Pirlo, Totti, Inzaghi, Buffon, Gattuso, Cannavaro e Maldini. Ma anche nel 2006, dopo il trionfo mondiale di Berlino, erano 7 azzurri in corsa e alla fine ad alzare il famoso premio fu Fabio Cannavaro. Adesso gli eroi di Wembley che possono puntare a rovinare la festa a Lionel Messi, sono soprattutto Jorginho che ha vinto anche la Champions League con il Chelsea, e Donnarumma votato miglior giocatore dell'Europeo.
Così Mancini si ritrova con «mezza» Italia titolare candidata al più importante riconoscimento individuale per un calciatore. Ma il Ct pensa anche a chi in quella lista non l'ha quasi mai frequentata anche se all'inizio della carriera erano in tanti a pronosticargli un futuro da pallone d'oro. Trattasi di Mario Balotelli. Perché certi amori fanno giri strani e poi ritornano. Ed è innegabile che un sentimento calcistico abbia sempre legato Mancini a Balo. Il ct neo campione d'Europa, appena insediato a Coverciano, provò a rilanciare Mario, aspettandolo fiducioso senza però ottenere nessun risultato. Tanto che ad un certo la saggezza del Mancio prevalse sul senso di scommessa, sfida sulla quale si erano bruciati in precedenza altri allenatori. E mollò la presa. Ma sul piano calcistico Balotelli è sempre stato l'ideale punta centrale per Mancini, molto di più di Belotti e Immobile che alla fine hanno vinto con gli azzurri un titolo straordinario senza mai convincere appieno il loro tecnico. Sono passati anni, stagioni, eppure, sarà un caso o forse no, alla prima sconfitta dell'Italia dopo 37 risultati utili consecutivi, maturata anche per l'assenza dell'attacco titolare, il nome del Balo è rispuntato fuori. Ieri a La Gazzetta dello Sport il ct ha risposto con sincerità ad una domanda su Mario circa un futuribile ritorno in azzurro: «A lui ormai sono vaccinato... se farà bene perché no...».
Dunque, ci siamo. Balotelli torna nel radar di avvistamento di Mancini. Per merito anche di un altro attaccante dei tempi del ct, Vincenzo Montella che allena l'ex Inter all'Adana, squadra turca. L'Aeroplanino ha parlato benissimo di Balotelli: «Lo aiuterò a tornare in Nazionale», queste le parole di Vincenzo. C'è da chiedersi se l'ex Super Mario a 31 anni e mezzo sia in grado di dimostrare quello che in passato ha fatto solo intravedere. Doti naturali formidabili, predestinato, nato per spaccare il mondo e alla fine ha rischiato che il mondo spaccasse lui. Sono davvero in pochi a credere che Balotelli possa dare quello che è mancato prima, ma Montella e Mancini evidentemente non la pensano così.
Intanto però il ct si coccola il nuovo che avanza disegnato sui
volti di Raspadori e Scamacca. E chissà forse anche in quello del gigante Lucca, classe 2000, alto 202 centimentri, che sta trascinando il Pisa verso la serie A. Loro sono presente e futuro prossimo, non il trapassato remoto.
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