Pm Palazzi e Uefa, doppia stangata al Napoli

Chi la fa l'aspetti. Il Napoli se ne frega dell'Europa? L'Europa si rifà con gli interessi. Tana per Mazzarri e De Laurentiis convinti italianisti. Il primo si inventa nove fenomeni e mezzo per uscire da un torneo, l'Europa League, che conta poco solo da queste parti. Il secondo appoggia la linea risparmiosa e rinnega le antiche convinzioni sugli orizzonti da allargare. La solita balla di maggio. E il ranking collassa di brutto. Grazie alle imprese dei nostri squadroni l'Italia di campanile sera scende di altre due posizioni rispetto alla media degli ultimi cinque anni: dalla quarta alla sesta. Francia e Portogallo incalzano in attesa del Benelux. Ma Cavani non si spreca, domenica c'è il Chievo.
Il Napoli scherza col fuoco. Dopo la caduta di stile in Ucraina ieri è stata un'altra giornataccia. Prima il deferimento del club e di Cannavaro e Grava per la vicenda calcioscommesse, poi la pesante multa di 150mila euro dell'Uefa con lo spettro della chiusura dello stadio per le partite di Europa League. Che tanto interessano poco (e a l'Uefa gli girano). L'ultimatum è chiaro: senza i lavori richiesti il Napoli perde la licenza Uefa. Infatti, per la prossima gara casalinga di Europa League (l'8 novembre contro il Dnipro), è stata vietata la vendita dei biglietti per 12 settori, disabili compresi. Sanzione che decadrebbe solo se il Napoli fornisse un rapporto dettagliato che confermi «che i lavori di riparazione sono stati effettuati e che le tribune soddisfino tutte le pertinenti norme di sicurezza degli spettatori». La commissione disciplinare, che ha fissato il termine per i lavori al 6 novembre, proporrà il divieto di giocare al San Paolo.

Come se non bastasse, la Commissione disciplinare impone al Napoli di giocare una partita Uefa a porte chiuse, sanzione soggetta a un periodo di prova di 5 anni. Tranquilli. Il Comune di Napoli ha fatto sapere, tramite l'assessore Tommasielli, che non c'è problema, tutto sarà risolto con un «cronoprogramma» e lo stadio potrà essere agibile (e deserto) per l'Europa.

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