Milan, l'urlo di Fonseca

Il portoghese contro tutto e tutti: "Qui ogni problema è un mostro". Sulla difesa fa muro: "Presi gli stessi gol di Inter e Lazio". E sugli infortuni frecciate a Pioli e ai rivali

Milan, l'urlo di Fonseca
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Più che una conferenza-stampa è un'arringa quella di Paulo Fonseca. Suddivisa in tanti capitoli, con risposte qualche volta appuntite, altre volte evasive, nell'intento di restituire all'attuale momento del suo Milan la scomoda realtà di una condizione difficile. «È vero, siamo dietro, ma vedrete arriveremo davanti» è il suo attestato di fiducia complessivo che si sposa probabilmente con la frase dedicata ai graffi di Guardiola («il calcio è per persone forti»).

Ecco allora l'arringa di Fonseca, i cui eventi rossoneri ripropongono i soliti guai difensivi, a Cagliari come a Bratislava. «È vero, siamo la quinta difesa della serie A. Abbiamo preso meno gol dell'Atalanta e gli stessi gol di Inter e Lazio ma siamo noi il problema e qui ogni problema diventa un mostro» il primo sfogo. Accompagnato dal secondo riferito al primo gol subito dallo Slovan con metà campo incustodita. «Gli episodi di Slovan e Udinese sono diversi tra loro: in Champions c'è stato un errore individuale di lettura, non c'è stato un errore tattico» la spiegazione seguita da una riflessione puntuale («Abbiamo vinto in Champions ma non sono stato contento») per correggere le critiche ricevute nella notte di martedì. E in materia di cambi ripetuti della coppia centrale di difensori, il motivo è quello più noto e scontato. «Abbiamo molte partite, dobbiamo cambiare, è una gestione obbligatoria» precisa Fonseca prima di sventolare quello che rappresenta ai suoi occhi il merito maggiore. «Mi pare che in materia di infortuni ne abbiamo molto meno» e qui il riferimento è non solo alla concorrenza ma anche alla precedente stagione di Pioli.

C'è posto anche per il capitolo Leao, una sorta di tormentone che sembra giunto all'epilogo e non solo per le parole al miele del portoghese. «Rafa meglio in campo che in panchina? Adesso sì, sono soddisfatto ma voglio continuità. Nei suoi confronti ho adottato due strategie: una ha funzionato, l'altra non la rivelo» è il pensiero del tecnico che affronta poi il paragone con gli altri club che come il Milan han cambiato allenatore e viaggiano meglio. «L'inizio della preparazione negli Usa è stata fatta con 15 giocatori più 8 ragazzi. I titolarissimi di ritorno dall'europeo hanno giocato con 8 giorni di preparazione.

Altre squadre (riferimento a Lazio e Fiorentina, ndr) non giocano la Champions, Inter e Atalanta sono da anni con lo stesso allenatore, il Napoli si può allenare tutta la settimana. Questo non significa che non dovevamo fare qualche risultato in più». Fine dell'arringa e appuntamento a stasera con l'Empoli in cui non ci sono storie: serve solo vincere.

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