Ma il Var. Ma il grande capo degli arbitri. Ma finalmente la giustizia. Poi arriva l'olandese Makkelie, poi arriva il suo sodale tulipano Pol van Boekel al Var, poi arrivano questi che pensano di avere inventato il calcio e dunque di decidere la qualunque e allora un'uscita di Szczesny che finisce il suo intervento, nel normale tentativo di deviare il pallone, con una manata sul viso di Messi con il pallone medesimo già finito oltre la linea di fondo e che accade? Il calcio di una volta non avrebbe avuto problemi, non c'è nulla, nessun fallo, giocare e basta. Invece questo football, ideato da chi non ha mai giocato a football però lo decide, chiama al video l'arbitro, lo sollecita avendo intuito, visto, segnalato una ipotesi di penalty e dunque Makkelie, dopo la solita attesa teatrale corre verso il monitor, osserva, dialoga, discute, viene convinto, torna indietro e assegna il calcio di rigore in favore dell'Argentina. Una sceneggiata secondo usi e costumi contemporanei, un altro colpo alla serietà del gioco, non dico alla giustizia che è cosa seria e va affrontata nelle sedi giuste, una svolta che avrebbe cambiato il risultato in quel momento se non ci avesse pensato il portiere della Polonia che, ispirato dal noto detto medievale «san Giovanni non fa inganni», ha provveduto a stirarsi e allungarsi sulla propria sinistra così deviando in calcio d'angolo il colpo forte di Messi.
Mi sarei però aspettato, per logica arbitrale, che Makkelie ascoltasse nuovamente i suoi solerti colleghi per sapere se qualche polacco o argentino avesse messo piede dentro l'area di rigore prima dell'effettuazione della famosa massima punizione ma stavolta il clan ha pensato bene di non pestare altre deiezioni, si è andati al corner e la partita è proseguita altrove. Totale: tutta la propaganda sul Var si può riassumere così: la tecnologia è importante ma l'applicazione della stessa dipende sempre dagli stessi incapaci.
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