Oggi il via degli Europei di Roma e l'attesa è spasmodica per un evento che tornerà al Foro Italico 39 anni dopo l'ultima edizione e 13 dopo la rassegna iridata del 2009. «Speriamo da un lato di far divertire il pubblico ma dall'altro di divertirci anche noi», spiega Cesare Butini, direttore tecnico di una Nazionale in corsia che arriva sull'onda dei risultati agli ultimi Mondiali di Budapest, chiusi con il miglior bilancio di sempre: cinque ori, due argenti e due bronzi. Ma l'Italnuoto è ancora affamata
Butini, un pronostico sul numero di medaglie azzurre?
«A me non piace mai parlare di medaglie. L'importante è che i ragazzi si impegnino ed ottengano prestazioni tecniche importanti».
Non sarà stato facile programmare una stagione così lunga.
«È da luglio-agosto del 2021 che siamo sull'onda. Nel giro di un anno abbiamo fatto un'Olimpiade, un europeo ed un mondiale in corta, un mondiale in lunga e ora l'europeo. E c'è anche chi ha fatto i Giochi del Mediterraneo».
Per Roma ha convocato 58 atleti, 34 uomini e 24 ragazze.
«Nel comporre la squadra abbiamo coniugato qualità a quantità. L'europeo in casa ci dà anche l'opportunità di guardare al futuro, così abbiamo premiato alcuni atleti giovani con l'auspicio di velocizzarne il processo di crescita acquisendo esperienza internazionale. Era giusto dare continuità ai grandi sacrifici fatti e alle società che negli ultimi due anni hanno sofferto molto a causa della pandemia e delle situazioni economiche».
Nonostante questo, l'Italnuoto è reduce dai grandi successi di Budapest.
«Speriamo di far divertire il pubblico che ci seguirà da casa o sugli spalti. Mi auguro che Paltrinieri, Martinenghi, Ceccon, Pilato, Quadarella riescano a dare seguito alle potenzialità già espresse».
Siamo una potenza nel nuoto?
«È una nazionale che ha dato segnali di essere maggiorenne, è diventata una realtà del nuoto internazionale. Nel medagliere di Budapest abbiamo chiuso fra i primi, è vero non c'era la Russia, ma abbiamo dimostrato compattezza e la squadra ha mantenuto sempre alta la concentrazione. In passato non sempre era così».
Com'è cambiata la Nazionale rispetto al Mondiale 2009?
«Quella era a trazione femminile, guidata da Federica e da Alessia Filippi, e con grandi individualità al maschile, penso a Magnini, Rosolino, Brembilla. La squadra attuale è cresciuta tanto come continuità e il merito va attribuito anche ai tecnici e alla loro professionalità oltre all'impegno della federazione nel formarli e nel coinvolgerli ai raduni».
Roma 2009 fu l'ultima manifestazione che vide la presenza dell'ex ct Castagnetti, scomparso un paio di
mesi dopo.«Alberto per me è stata una scuola importante, quando arrivai in Nazionale. Imparai da lui come bisogna comportarsi con gli atleti di alto livello. Roma 2022 è un grande dèja-vu e mi fa ricordare Alberto».
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