Il tempo è galantuomo. Jannik Sinner da lunedì 10 giugno sarà il n.1 del mondo del tennis. Nello sport del diavolo un qualcosa di incredibile si è realizzato, per un ragazzo di 22 anni che ha fatto della pratica con racchetta e pallina una sorta di religione. Le storie a Indian Wells, in preparazione al Masters1000 di quest'anno, narrano di una dedizione maniacale, al punto che dopo la vittoria nei quarti contro il ceco Lehecka il segnale al suo staff era: «Andiamo al campo ad allenarci ancora». Magari Vagnozzi e Cahill speravano di scamparsela.
Un ragazzo che con scelte spesso impopolari ha costruito il suo capolavoro. Si pensi al No alle Olimpiadi di Tokyo per la preparazione agli Slam, la rinuncia alla Coppa Davis a Bologna perché c'era la necessità di ricaricare le pile fisicamente e mentalmente. Una gestione Swarovski per chi non ha condiviso, volta alla prevenzione come nel caso del problema all'anca, con il ritiro prima dei quarti di Madrid e dell'inizio degli Internazionali d'Italia a Roma. La macchina Sinner ha bisogno di pause per un fisico particolare da adattare all'intensità del gioco. Corpo da plasmare, ma mente già temprata da bambino al culto della sfida, sciando sulle nevi altoatesine nelle discipline tecniche e devastando la casa di papà Hans Peter e mamma Sieglinde per simulare contro la parete della sua stanza un incontro sul Philippe Chatrier. Scelse il tennis quando aveva 13 anni Jannik perché quando gareggiava in gigante rischiava di rompersi l'osso del collo, mentre con la racchetta c'era solo la pressione di vincere una partita, concepita però come un privilegio. Riccardo Piatti lo accolse nella struttura a Bordighera e i pianti c'erano per un ragazzino che sentiva la mancanza del cantuccio domestico. La voglia di diventare un giocatore professionista ebbe la meglio, perché il gusto della competizione Sinner lo aveva nel sangue, pensando al tuffo con capriola nel mare ligure tra lo stupore generale di Piatti e degli altri allievi.
L'idea però era fare un doppio salto mortale. Migliorarsi sempre, prendendo decisioni difficili e fortemente criticate: l'addio a Piatti nel 2022, gettandosi nel fuoco per costruire attorno un nuovo team. Tante critiche, le vittorie contro i top-10 che non arrivavano, ma l'altoatesino aveva una tabella di marcia da seguire e un rivale che nel 2019 ad Alicante lo aveva battuto.
Il suo nome era Carlos Alcaraz, con cui inscenare una nuova saga nel tennis mondiale. Questo è Jannik Sinner, il nuovo numero uno del mondo del tennis, valore 60 milioni di euro l'anno, innamorato della tennista russa Anna Kalinskaya. I pezzi del puzzle sono tutti al loro posto, ha avuto ragione lui.
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