nostro inviato ad Appiano Gentile
A la guerre come a la guerre, da un’idea di Dejan Stankovic, guerriero calcistico degno di un guerriero del ring. I francesi capiranno al volo. Vista con un occhio romantico, questa potrebbe essere l'ultima vera partita dell'Inter del Triplete. Sia che passi il turno, sia che lasci la Champions. L'ultima perchè nulla sarà più come prima. La squadra del Triplete si è lentamente inabissata nel gorgo oscuro del campionato: sono piovute sconfitte, sono mancati gol, stasera dovrebbe essere tutta un'altra storia. San Siro con sessantamila anime e undici credenti in campo. Rito di massa per fidarsi ancora dell'Inter.
Nove uomini del Triplete per riattivare un rito e una speranza. E un don Matteo a guidarli dalla panchina. Sì molto evangelico Claudio Ranieri, che dopo la lacrima sul viso, ieri ha illuminato anche i giornalisti francesi con la strategia che questa sera inculcherà nelle teste, un po' durette, dei suoi uomini. «Lotta fino in fondo e puoi trovare la luce». La luce saranno almeno due gol, con l'impegno di non subirne alcuno, se no guai. Il Marsiglia si presenterà con l'acqua alla gola, esattamente come l'Inter prima delle partite con Catania e Chievo. Stankovic ha messo un attimo per descrivere le sensazioni. «Quando ti mancano i risultati, la palla comincia a pesare. Mai capitata in carriera una situazione così, con così tante sconfitte di fila. La palla di calcio diventa una pallina da golf, impressionante come ti tolga sicurezza».
La vittoria sul Chievo ha medicato qualche ferita e tolto un po' di peso alla testa. Se fu vera gloria, lo dirà il Marsiglia. «Sarà la partita della stagione», dice Stankovic. Sarà partita da corsa sotto molti profili: corsa al gol, corsa per ferire e far male, corsa per avvicinarsi ai quarti di Champions. Un partita da lacrime agli occhi? Forse. Ieri Ranieri ha cominciato a scocciarsi.
«Smettiamola con tutto questo rosa». Rosa della vita, più che rosa del calcio, perché quello rimane in preda a un gol-non gol, a un fuorigioco sì-fuorigioco no e così via. «La fiducia è ritrovata, il resto non conta: neppure il mio futuro», ha allungato Don Matteo a beneficio di chi lo vede barcollante. «Ho un contratto anche per il prossimo anno», ha ripetuto puntiglioso perché nessuno si illuda circa qualche sconto. Son questi gli immancabili momenti verità delle storie interiste: conta la qualificazione, ma anche tutto il resto.
In campo serviranno riscatto e orgoglio. Magari un po' di qualità calcistica. Ranieri stavolta conta davvero su Sneijder. Al bando odi et amo, dibattiti, indulgenza facile e rabbia del tradimento. La scelta è convinta. «A Verona ho visto il giocatore che può cambiare la faccia a qualunque squadra. E l'ho visto molto vicino al gol. Quasi ci siamo». Come dire: sarebbe l' ora. Questa l'ora per restituire alla squadra la pazienza dei mesi in cui l'olandesino se l’è presa comoda. Poi, per la guerra del pallone, ci penseranno gli altri. Stankovic ha schizzato la tattica: «Attenti al contropiede, ci tocca una guerra, serviranno cuore caldo e testa fredda».
Inter in campo con un solo dubbio: Maicon sta bene davvero? Ieri allenamento dimezzato, ma Ranieri ha garantito che ci sarà. Meglio diffidare, altre volte ha regalato indicazioni che poi si è rimangiato. L’ultima? Aveva dato Alvarez pronto per il Marsiglia: nemmeno convocato. Dunque un dubbio in difesa, linea giovane con Poli, Forlan terzo dell'attacco insieme a Milito e Sneijder. Eppoi tutti concentrati e attenti. Il contropiede fa paura: la difesa ha serrature arrugginite. Il Marsiglia un po’ meno anche se riavrà Remy, uno che sa creare grattacapi. I francesi in Champions hanno conquistato più punti in trasferta che in casa. Ma sono in astinenza da gol proprio dalla sfida con i nerazzurri. L'Inter ha già perso due partite a San Siro. Solo dati statistici, ma mettono freddo.
All'Inter serviranno velocità e mira: nelle ultime due partite i gol sono arrivati sempre con l’ultima chance. A Deschamps basterà un pizzico di fortuna per evitarsi un defenestramento. Didier ha vinto e perso tanto contro le squadre italiane. Stavolta ha chiamato la tattica più semplice. «Abbiamo nulla da perdere, abbiamo una possibilità e ce la giocheremo». Marsiglia e Deschamps soli contro tutti. Perfino Platini è caduto nella gaffe.
Parlando del calcio italiano ha fatto notare ai criticoni lombardo-piemontesi: «Giovedì potreste avere tre squadre italiane nei quarti. E allora tornerete a dire che il calcio italiano è il più bello». Che dire? Sul Marsiglia non punta neppure Platini, francese presidente dell'Uefa. Furba pretattica? Con lui ci può stare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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