Roma come Budapest. L'Italnuoto con Razzetti è sempre tutta d'oro

Il ligure vince i 400 misti e Matteazzi centra il bronzo. Un successo atteso venti anni

Roma come Budapest. L'Italnuoto con Razzetti è sempre tutta d'oro

L'Italnuoto parte a Razzo. Pronti, via e subito nella prima finale in corsia degli Europei di Roma, Alberto Razzetti ha fatto risuonare l'Inno di Mameli dentro ad uno Stadio del Nuoto gremito e colmo di passione. Il Razzo ligure che ama il nuoto e le moto e ovviamente Valentino Rossi, si è imposto nei 400 misti, la specialità più completa del panorama natatorio. Una medaglia d'oro che, su questa distanza, portammo a casa pure nel 1983, anno dell'ultima rassegna continentale nella Capitale. Trentanove anni fa vinse il milanese Giovanni Long John Franceschi, che all'epoca fece doppietta nei misti e guarda caso ieri era presente sugli spalti. Ora, invece, è toccato al finanziere genovese classe 1999, allenato a Livorno da Stefano Franceschi, che ha raggiunto il secondo momento più alto dopo il titolo mondiale di dicembre in vasca corta nei 200 farfalla. Razzetti ha condotto una gara intelligente: passaggio forte a farfalla, qualche patema a dorso, una rana efficace ed infine una chiusura a stile delle sue per precedere l'ungherese David Verraszto e il connazionale Pier Andrea Matteazzi, che si è messo al collo la sua prima medaglia internazionale.

«È un'emozione difficile da descrivere confessa Razzetti -. È stato incredibile aver fatto cantare l'inno qui in questa piscina magica. È un'emozione assurda. Ho la pelle d'oca. Sono felicissimo». E dedica il successo a chi lo ha convinto a trasferirsi da Genova a Livorno. «È l'emozione più bella della mia vita e voglio dedicarla alla mia famiglia e anche al mio allenatore Stefano che è stato fondamentale nella mia crescita. Sono contento anche per Pier Andrea: ci conosciamo da tempo ed è bello dividere un podio del genere».

È quasi senza parole pure Matteazzi, il 25enne vicentino che ha un fratello anche lui nuotatore: «È un sogno che si avvera dice l'allievo di Federico Benda, tesserato per Esercito ed In Sport Rane Rosse -. Vincere questa medaglia, davanti a questo pubblico, alla mia famiglia e ai miei amici che sono sugli spalti. Pazzesco».

Come quest'Italnuoto che conquista la quattordicesima e quindicesima medaglia nella specialità (4 ori, 3 argenti e 8 bronzi), l'ultima fu il bronzo di Federico Turrini a Londra 2016, mentre

l'oro mancava addirittura da vent'anni, da Berlino 2002, quando sul tetto d'Europa salì niente meno che il piemontese Alessio Boggiatto. Al quale Razzetti nel 2020 aveva già tolto il record italiano datato 2009. Avanti così.

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