Mai come questa volta c'è chi gode e chi piange. Il derby sotto la Lanterna è così, sempre. Ma a questo giro tutto è molto più forte, intenso, pesante. Da una parte e dall'altra. Per come è finita, per come è andata e per come questo cambierà le cose. Vince la Sampdoria e fa il passo probabilmente decisivo per la salvezza, cacciando il Genoa nell'incubo di una retrocessione ormai a un passo. La decide ed entra nell'albo d'onore della stracittadina Abdelhamid Sabiri, poco più che un Carneade, che scrive una pagina di storia. Ma l'immagine che spiega tutto è un'altra. Arriva dopo il fischio finale ed è più forte di qualsiasi parola. Il capitano del Genoa Mimmo Criscito, rientrato da un infortunio, rimasto a Genova rifiutando i milioni del Toronto per aiutare la sua squadra, piange disperato. Il portiere della Samp Emil Audero, che si è ripreso il posto dopo le critiche e la panchina, piange di gioia. Uno ha calciato il rigore che al minuto 96 poteva voler dire pareggio e speranza; l'altro l'ha parato facendo esplodere la festa dei suoi. Poco prima, a gara ancora in corso, Audero stringe Criscito e lo bacia sul capo. «Capisco quello che prova. In queste occasioni o io o te. Lo capisco». C'è tutto il calcio in questa immagine. Che altro non è che uno spaccato della vita. No, non è soltanto una partita. Non è soltanto un gioco.
Passione e cuore. Storie ordinarie in un derby così sentito, in una città in cui vive tutto l'anno. Ma mai come questa volta significava così tanto. Tre punti che fanno volare la Samp oltre la zona rossa. Uno zero che lascia al Genoa pochissime speranze di restare in serie A. La decide il marocchino con cittadinanza tedesca Sabiri al minuto 25 del primo tempo, prima del finale ad altissimo tasso emozionale.
Storie nella storia. La sfida tra i due tecnici. Il più esperto, compassato, quasi impermeabile, in apparenza, alle emozioni Marco Giampaolo contro il giovane rampante ed esuberante Alexander Blessin. Una sfida generazionale, caratteriale, ma anche e soprattutto tecnica. Geometrie e gioco palla a terra per la Samp, pressing e corsa per il Genoa. L'ha stravinta Giampaolo, al di là del risultato. Al fischio finale lui scappa dal campo «per lasciare la scena ai miei calciatori». Mentre il tedesco rimane lì e quando la tribuna si fa deserta, sale i gradoni per prendersi il bacio consolatorio della moglie. A proposito di sentimento.
La storia, il cuore. E la vendetta sportiva.
Nel 2011 il gol del Carneade rossoblù Boselli non fu decisivo, ma importante, nella retrocessione della Sampdoria. Oggi, il Carneade blucerchiato Sabiri ribalta la storia. E regala alla gente della Samp giorni, mesi forse anni di sfottò. È il derby, c'è chi gode e c'è chi piange. Ma c'è molto, molto di più.
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