Sembra già una battaglia: "Saremo feroci"

Il ct dei turchi Gunes: "Un popolo prega per noi". Yilmaz il trascinatore

Sembra già una battaglia: "Saremo feroci"

A quasi otto anni dall'esperienza in Turchia, al Galatasaray nella stagione 2013/2014, c'è un video di Roberto Mancini rimasto famoso. Risale alla semifinale di coppa nazionale contro il Bursaspor: dopo una rissa scaturita da uno scontro di gioco, l'attuale ct azzurro in gilet e cravatta si scompone per rincorrere un suo giocatore sul campo. Lo strattona nella mischia, lo tira via per la maglia, lo spinge più volte all'indietro riservandogli parole tutt'altro che dolci. L'esagitato in quel momento era il focoso Burak Ylmaz, goleador dal sangue bollente e leader indiscusso di una squadra che poi finirà per vincere quella coppa. I due si conoscono bene, l'attaccante in quella stagione ha regalato al Mancio 18 reti e 9 assist, vivendo una delle migliori annate della carriera in coppia con un tale Drogba e rifornito dai piedi fatati di Sneijder sulla trequarti. Oggi per Italia-Turchia l'allenatore e il bomber, che sarà lo spauracchio numero uno, si ritroveranno da avversari. Ylmaz è il secondo marcatore all-time nella storia della Nazionale turca (con 29 centri, dietro solo al totem Hakan Sukur), si porta dietro quell'aura da simbolo dell'intero movimento essendo uno dei nove calciatori ad aver giocato in carriera per tutte le grandi del proprio Paese, ossia Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce. A metà luglio compirà 36 anni, è uscito per la prima volta dalla Turchia l'agosto dell'anno scorso per firmare un biennale con i francesi del Lille, grande rivelazione del panorama europeo e fresco campione di Francia. I transalpini l'hanno preso a parametro zero per rimpiazzare il napoletano Osimhen (ceduto per 70 milioni più bonus), Yilmaz li ha ripagati con 16 gol in Ligue 1 e si è imposto come over 35 più prolifico nei top campionati d'Europa alle spalle di un certo Cristiano Ronaldo.

Oltre ai gol, per carisma ed esperienza Yilmaz è la vera guida della selezione più giovane del torneo (24,8 anni di media) e punterà forte sulle imbeccate del milanista Calhanoglu e di Yazici, suo grimaldello di fiducia al Lille. Nessuna costruzione dal basso, il ct Senol Gunes si affida alle palle lunghe per il reparto offensivo, dove un alter ego di Yilmaz non c'è visto che Tosun si è rotto il crociato in primavera. Alla vigilia il tecnico turco non si è nascosto: «Vorrei ritrovare l'Italia in finale a Wembley.

Conosciamo i loro punti di forza, ma anche i punti deboli e io vorrei vedere la classe dei miei in questa grande occasione». Infine un proclama: «C'è un popolo che prega per noi, saremo feroci e concentrati sull'obiettivo».

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