È passata, ma che spavento. È stata solo una fitta, la fatica di tanti match così ad alto livello, una smorfia in una settimana da impazzire. Alla fine quel fastidio alla schiena è svanito, mentre resta l'impresa di Jannik Sinner, che ha battuto anche l'unico Top 10 che gli mancava e che, fatto fuori Rune, se la vedrà oggi in semifinale contro Medvedev (alle 14.30, Sky Sport e Rai 2). L'altra è Alcaraz-Djokovic (ore 21), e qui sta il punto.
Qualcuno pensava che il tennis fosse come quei tanti sport produttori di biscotti, che Sinner avrebbe dovuto lasciar perdere - visto che perdendo sarebbe passato lo stesso ma avrebbe fatto fuori il numero uno al mondo -, che con Rune fosse in fondo una fatica inutile. Invece il senso dello sport è un altro, soprattutto ad alto livello e soprattutto se sei un campione vero. Non c'è mai resa, perché come ha sempre spiegato Rafa Nadal, «ritirarsi è peggio che perdere».
Jannik non ci ha mai pensato, e qui sta la differenza, per esempio, con quello che ha fatto Tsitsipas a Torino. Ma anche, se ricordiamo i recenti mondiali di basket, con quello che ha combinato il Team Usa, che si è «scansato» contro la Germania nel girone per scegliersi l'avversario giusto dei quarti di finale, ed è poi finito addirittura fuori dal podio. E allora, diciamolo, perché Sinner avrebbe dovuto farlo? E perché avrebbe dovuto perdere apposta per togliersi Novak di torno? Chi ci aveva scommesso non ha capito nulla: c'erano in palio 200 punti, 390mila dollari per il successo e la possibilità di continuare a correre per il jackpot finale, visto che vincere le Atp Finals vale 2.201.000 dollari, ma farlo da imbattuto porta il premio a 4.801.500. Ma oltre a questo c'era in palio uno status che va oltre il denaro, per chi pensa a un grande futuro sapendo che la strada è ancora lunga: «Tomba nello sci o a Valentino nella moto hanno raggiunto risultati pazzeschi e sono di un altro livello. Il fatto che mi paragonino a loro secondo me è un po' troppo, hanno vinto molto di più e hanno fatto una carriera molto più lunga. Io ho solo 22 anni, sto cominciando a fare il mio percorso».
Intanto però l'entusiasmo è alle stelle, con le Tv che cambiano la programmazione per evitare di andare allo scontro con un fenomeno che fa sbancare l'Auditel e con la prefettura che dà il via libera alla vendita di 300 biglietti aggiuntivi per sessione, in modo che il Pala Alpitour sarà esauritissimo.
Ieri Jannik si è allenato leggero tra la folla, concentrato, deciso e sorridente. Allenato ma non troppo, perché come aveva detto nella notte precedente, «non voglio esagerare, devo essere pronto sabato». Sarà pronto, è sicuro.
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