«Siamo grandi Parlano i numeri»

Torino I protagonisti che non ti aspetti. Ma che alla fine vestono ancora una volta la maglia della Juventus: Martin Caceres e Paul Pogba. Spediti in campo da Angelo Alessio, allenatore in seconda andato in panchina per la prima volta in stagione dopo la squalifica per la vicenda calcioscommesse. «Le sostituzioni erano state decise già in albergo - ha spiegato alla fine Alessio, quasi senza voce in stile Conte -. La partita è andata come ci aspettavamo, il piano tattico è stato rispettato». Con il risultato che adesso la concorrenza si sarà spaventata ancor più, visto che la vittoria è arrivata dovendo fare a meno anche di Vucinic e Buffon: «È il segnale che ci siamo, sì. Sette vittorie in otto partite, il miglior attacco e la miglior difesa del campionato: certi numeri hanno un valore, quando sono così netti. Abbiamo una grande organizzazione di gioco dove i singoli si esaltano: vanno in gol tanti giocatori diversi e anche questo è un dato che spiega quello che facciamo durante la settimana. È il giusto premio per giocatori che, anche avendo poco tempo per preparare sfide così importanti, ci mettono il massimo dell'impegno ottenendo grandi risultati». Nessun desiderio di rivincita personale, ma solo la necessità di guardare avanti: «Non dedico la vittoria al procuratore federale Palazzi, non mi interessa. La nostra vittoria è dedicata ad Antonio Conte. Noi ci siamo alternati, però l'allenatore è lui, in tutto e per tutto. Voglio pensare solo al campo, a goderci questa vittoria e a preparare al meglio la sfida di martedì in Champions contro i danesi del Nordsjaelland». Quando ci saranno - così pare - sia Buffon che Vucinic.
Soddisfatto Alessio, lo è anche Mazzarri. Il quale non fa autocritica, anzi: «Abbiamo fatto passi da gigante rispetto all'anno scorso. Al di là del risultato, abbiamo giocato alla pari contro una squadra che tiene in mano il pallino del gioco contro chiunque in Europa. Probabilmente era scritto che si dovesse perdere, ma io guardo alla prestazione dei miei e allora mi ricordo che solo un grande recupero di Marchisio ha impedito a Pandev di calciare in porta quasi a botta sicura quando eravamo ancora in parità». Granitico nelle sue certezze, il tecnico napoletano: «Non c'era bisogno di cambiare nessuno, fino al gol di Caceres. Stavano bene fisicamente e il gioco lo stavamo conducendo noi. Poi è andata come è andata e la Juve è stata brava a sfruttare un angolo, il solo modo che avevano per segnarci: in quell'occasione siamo stati ingenui, perché eravamo preparati a contrastare Barzagli e non siamo stati sufficientemente pronti a capire che in quell'occasione il pericolo sarebbe arrivato dall'uruguaiano".
Tra i match winner c'è Paul Pogba, «uno che ha potenzialità incredibili», conferma Alessio. «Quando ho visto la palla in rete, non ho capito più niente - ammette lui - e ho festeggiato con quel balletto strano.

Una dedica a Ferguson e al Manchester United? No, a loro non penso più. Adesso sono orgoglioso di essere alla Juve e voglio fare il meglio possibile, non importa con quale ruolo. Perché l'ho scelta? Qui hanno giocato Platini, Zidane e Vieira…». Al Milan, che pure lo aveva cercato, no.

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