La Signora vuole un brodino prima della grande abbuffata

Sulla carta, dovrebbe essere un buon brodino da mandare giù con calma prima di un'abbuffata di emozioni, adrenalina, tensioni e speranze. Intanto stasera, a Pescara, la Juventus proverà a riprendere anche in campionato il discorso interrotto otto giorni fa dall'Inter: finita in archivio la striscia di 49 risultati utili consecutivi in campionato, la truppa si è risollevata in Champions contro i volenterosi danesi del Nordsjaelland.
Quello è stato il brodino numero uno, buono per fare tornare al gol Giovinco (ma da lui si aspetta ancora la prima rete decisiva ai fini del risultato) e per fare riemergere Matri dalla cantina dove era finito: stasera, all'Adriatico, si vorrebbe un bis che porti con sé rinnovate certezze e autostima. Perché poi, dalla settimana prossima, servirà una Juve che sia la vera Juve, quella della stagione passata per intenderci: la Lazio in casa sabato 17, il Chelsea martedì 20 in una partita che equivarrà quasi a una finale, quindi la visita a casa Milan domenica 25, il derby contro il Toro del 1 dicembre e il viaggio in Ucraina del 5. Un menù da palati fini e cuori forti: cinque partite impossibili da non sbagliare, pena una stagione che potrebbe complicarsi quasi irrimediabilmente. Poi Conte tornerà in panchina, a Palermo, e tutto dovrebbe tornare alla normalità sempre che nel frattempo non siano saltati i nervi a qualcuno. Nel frattempo, Pescara. Dove si contano appena cinque precedenti di campionato: l'ultima volta che si è giocato - il 30 maggio 1993- finì con un clamoroso 5-1 per i padroni di casa ultimi in classifica grazie ai gol di Allegri (proprio l'attuale allenatore del Milan), Borgonovo, Martorella, Palladini e all'autorete di Carrera, attuale aiutante di Conte, lui pure in campo quel giorno. La Juve aveva appena vinto la Coppa Uefa e fece imbufalire Trapattoni: oggi, per riprendere la marcia, Conte potrebbe rilanciare Marrone al centro della difesa dando un turno di riposo a Bonucci così come Lucio farebbe tirare il fiato a Barzagli. A centrocampo - reparto che finora ha garantito quindici gol in altrettante partite, tra campionato e Champions - De Ceglie e Pogba avrebbero potuto (e forse dovuto) rilevare Asamoah e Vidal, senza nemmeno escludere un pit stop per Pirlo. Non se ne farà nulla. Entrambi non sono stati nemmeno convocati: il francese perché si è presentato in ritardo a due allenamenti, De Ceglie, invece, non è disponibile a causa di un lieve affaticamento muscolare all'adduttore della coscia sinistra.
Quanto all'attacco, se Vucinic sarà risparmiato - pur avendo ormai smaltito la botta a un polpaccio rimediata contro l'Inter - i prescelti saranno Giovinco e Quagliarella. «La sberla presa contro l'Inter ci ha svegliati - hanno ammesso prima Bonucci e poi Marchisio -. Siamo tornati la vera Juve». Lo avrebbe probabilmente detto ieri anche Alessio nella conferenza della vigilia, non fosse che per la terza volta in tempi recenti la società ha deciso di annullare il consueto appuntamento con la stampa.

Magari sono ancora i postumi del nervosismo - seguito da un'espressione molto infelice nei confronti di alcuni giornalisti - di Conte dopo la vittoria in extremis del Chelsea contro lo Shakhtar: fatto sta che così è e che così non dovrebbe invece essere.

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