Caro Jannik, è stato bello

Sinner si inchina in due set (6-3, 6-3) a Djokovic. Ma la delusione deve diventare consapevolezza. Novak la certifica: "Sarai n°1". E la rinuncia al "biscotto" non deve essere un rimpianto, bensì la conferma di una mentalità vincente da campione

Caro Jannik, è stato bello
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Torino - Noi. Anche nel giorno della sconfitta, che poi è quello della consapevolezza. «Ad inizio della stagione ero un giocatore, ora sono un altro. Devo dire grazie al mio team. E devo dire grazie a tutti voi, che mi avete raccolto come un bambino piccolo e mi avete dato forza per superare i momenti difficili dentro e fuori dal campo per arrivare fino a qui». Si può diventare grandi a 22 anni entrando tra i Grandi del tennis con il sorriso, ed è quello con cui Jannik Sinner accetta il piatto d'argento per lo sconfitto della finale delle Atp Finals, sapendo che questo doppio 6-3 è l'ennesima lezione che imparerà. E che ormai non è più solo.

Noi, è questa la chiave che gli aprirà le prossime porte, la certezza che tutto quello che è successo quest'anno - il primo di un Masters 1000 e da Top 4 del mondo -, è solo l'ennesimo passaggio verso quello che anche Djokovic pronostica, e non per consolarlo: «Diventerai il numero 1». Lui, noi, imparando magari che non si può essere sempre troppo buoni, ma non perché avrebbe potuto far fuori il Re rinunciando a lottare nel match contro Rune: vincendo quello, ha rimesso in campo il numero uno del mondo che aveva appena battuto, dandogli la possibilità di una rivincita. Ma la vera lezione che Jannik ha dato è che non si può vincere pensando di perdere, se si vuole essere campioni. I trionfi, nel tennis, si costruiscono sul campo, magari imbrogliando un po' le carte (presente il toilet break?). Ma sul campo.

Non era ancora il momento purtroppo, questo è evidente per lui, anche se noi ci abbiamo sperato. Ma di questo piccolo e grande miracolo italiano, resteranno giorni in cui tutti abbiamo capito che da questo punto non si torna più indietro. Ci saranno ancora difficoltà, tanto lavoro e sacrificio, ma Sinner ha rotto l'ultimo muro che lo separava dal livello finale. Per adesso il tennis è rimasto il solito, il gioco in cui si parte in tanti e poi alla fine vince solo uno, spesso Djokovic. Però lui sa, e noi sappiamo, che non sarà per molto: «Complimenti Novak, hai iniziato la stagione vincendo e l'hai finita vincendo: sei un'ispirazione». Funzionerà, di sicuro.

Resta allora, alla fine, solo il rammarico di non essere riuscito a rimettere in piedi la partita nel secondo set, con quei due break point a disposizione nel momento di un minimo calo di Djokovic. Ma il serbo si era preparato per battere il miglior avversario possibile, rendendo onore a Jannik con un'ora davvero da Maestro. Così non c'è niente da recriminare, ma solo da fare un piccolo riassunto di una stagione impossibile da dimenticare: «Devo solo ringraziare il mio team: abbiamo fatto tante partite, ci siamo migliorati tutta la stagione, abbiamo avuto la possibilità di giocare con i più grandi, è stato bellissimo. Non dimenticherò mai il boato con cui sono stato accolto qui alla prima partita.

Possiamo ancora fare tanto: questa partita ci dà un punto di riferimento per il futuro». Intanto non è ancora finita, perché oggi Sinner viaggia verso Nizza e da lì vola a Malaga: «Abbiamo la Davis: proveremo a far bene anche lì». Lui. E noi.

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