Sonego no, Sinner sì: la lezione della Davis

Male il torinese, Jannik ci mette il cuore nella coppa "ribalta" classifiche

Sonego no, Sinner sì: la lezione della Davis

Italia-Croazia, la storia infinita. Al Pala Alpitour di Torino sorrisi e pianti si sono alternati nel breve volgere di un istante perché la sfida valida per i quarti di finale della Coppa Davis ha ispirato questi sentimenti.

Jannik Sinner, il n.1 del gruppo azzurro, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo avendo tutto da perdere dal confronto con il n.30 del ranking Marin Cilic. Il balcanico non lo si vedeva in questa versione da anni, ricordando le sue Finali Slam del 2017 e del 2018, rispettivamente a Wimbledon e agli Australian Open, nonché il successo negli US Open del 2014. Sinner, contro un avversario del genere, ha dovuto raschiare il barile, dovendo rimontare da una situazione di svantaggio (primo set perso per 6-3) e risorgendo dalle ceneri nel secondo parziale al tie-break 7-6 (4) e suggellando il proprio trionfo con il 6-3 della terza frazione. Un match da 15 vincenti e 22 errori per lui in cui è stata la testa a fare la differenza ancor più che le gambe. Il classe 2001 del Bel Paese non era tonico come al solito e più con la forza dei nervi è riuscito a trovare la forza di battere un rivale in uno stato di seconda giovinezza'. I giocatori speciali si vedono nelle difficoltà e Jannik nella sfida di questa sera ha fatto vedere di essere un tennista diverso dal normale, in grado di assorbire le emozioni e convertirle in una speranza. Gli azzurri, infatti avevano subito una partenza handicap dal sapore amaro a precedere lo spettacolo di Sinner-Cilic, che ha riscaldato non poco il pubblico presente.

Era spettato infatti a Lorenzo Sonego dare il via alle danze (con il lutto al braccio per la morte di Pierfrancesco Parra, 64 anni, il professore che aveva studiato e perfezionato per una vita un laser curativo per tantissimi atleti nel tennis e non solo). Ebbene, la Davis la conosciamo tutti: una competizione difficile in cui i valori in partenza valgono molto poco, entrando in ballo emozioni e sensazioni. Aspetti che non hanno funzionato nel tennis del torinese. L'azzurro (n.27 del ranking) si è arreso a un Borna Gojo (n.279 del mondo) che, dopo aver sconfitto in questo percorso l'australiano Alexei Popyrin (n.61 ATP), l'ha spuntata per 7-6 (2) 2-6 6-2. Una prestazione molto sottotono del piemontese, non in grado di trovare continuità nella sua partita e sprecando tantissime occasioni: nel primo set avanti 4-1 con la possibilità del doppio break e nel terzo con la chance di riequilibrare nel settimo game. E' mancata quella scintilla nei momenti decisivi che ci si sarebbe attesi da una personalità che a Roma, nel corso degli Internazionali d'Italia, ha saputo esaltarsi.

La Davis, seppur in versione molto diversa, ha un sapore particolare e Sonego non è riuscito a convertire il sostegno del pubblico in peso sulla sua pallina. I 33 errori non forzati, rispetto a 22 vincenti, sono un'anomalia nella prova dell'azzurro da cui si sarebbe chiaramente di più di quanto ha fatto sul veloce indoor di casa.

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