Ultras dello Zenit contro Malcom: "No ai calciatori di colore"

Striscione razzista di alcuni tifosi dello Zenit di San Pietroburgo contro la società che non "rispetta le tradizioni". Il riferimento è all'acquisto dal Barcellona del brasiliano Malcom, che per gli ultras ha il "difetto" di essere nero

Ultras dello Zenit contro Malcom: "No ai calciatori di colore"

Nuovo episodio di razzismo nel mondo del calcio. Durante la partita con il Krasnodar, un gruppo di tifosi dello Zenit San Pietroburgo ha contestato la società per l'acquisto dal Barcellona del brasiliano Malcom esponendo uno striscione discriminatorio. "Grazie dirigenza per la tua fedeltà alle tradizioni". Un messaggio apparentemente inoffensivo ma che in realtà - come osserva il portale russo Sports.ru - si riferisce all'abitudine del club allenato in passato da Luciano Spalletti e dal c.t. Roberto Mancini - di non acquistare calciatori di colore. Proprio come Malcom, costato allo Zenit 40 milioni.

Il manifesto degli ultras "Landscrona"

Un colpaccio per il club russo, uno dei tanti ad avere una frangia di tifosi tacciata di razzismo. Nel caso dello Zenit si tratta del gruppo "Landscrona", che in passato aveva pubblicato su internet un manifesto per spiegare la propria posizione sui calciatori non bianchi: "Noi non siamo razzisti e l'assenza di giocatori di colore è solo un'importante tradizione che rimarca la nostra identità, niente di più. Noi, come la maggior parte dei club delle più importanti città europee - spiegano - non siamo mai stati culturalmente connessi con l'Africa, così come con il Sudamerica, l'Australia o l'Oceania. Non abbiamo assolutamente nulla contro gli abitanti di questi o di altri continenti - si legge ancora sul manifesto - ma allo stesso tempo vogliamo soltanto giocatori affini allo spirito dello Zenit".

Il precedente

Quindi l'appello: "Lasciateci essere ciò che siamo".

Oltre a Malcom, in campo durante Zenit-Krasnodar c'erano altri due giocatori di colore, Douglas Santos e Wilmar Barrios. Non è la prima volta che i tifosi del club di San Pietroburgo prendono una posizione discriminatoria. Era già successo nel 2012, quando avevano detto "no a giocatori gay e di colore".

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