Zaniolo incanta tra gol, tacchi e dribbling: Mancini aveva ragione

Il centrocampista della Roma è stato il migliore in campo nella vittoria per 3-2 contro il Torino. I tifosi giallorossi non si nascondono e parlano di Nicolò Zaniolo come un astro nascente del calcio italiano tra gol, colpi di tacco e cucchiai

Zaniolo incanta tra gol, tacchi e dribbling: Mancini aveva ragione

No, quel cucchiaio al Sassuolo non era un caso. Nella Roma che ha battuto 3-2 il Torino non senza polemiche, con i granata a reclamare un rigore - apparso abbastanza evidente - per un fallo su Belotti, l'unico a convincere appieno i 30 mila dell'Olimpico è stato, ancora una volta, Nicolò Zaniolo. Classe 1999, 20 anni da compiere il 2 luglio, il baby centrocampista è stato autore di una prestazione dominante, spiegata bene dai numeri individuali twittati da "Pallottoledicalcio": 90 per cento di passaggi riusciti, 4 dribbling su 7 tentati, 60 per cento di tackles vinti, un colpo di tacco - sublime - a servire Cristante e soprattutto il gol dell'1-0.

Che gol, un capolavoro di furbizia, tecnica, fantasia, agilità ed elasticità. In effetti, la rete di Zaniolo è un unicum nel panorama calcistico degli ultimi anni. Calcio di punizione per la Roma, la palla piomba sui piedi del ragazzino che in equilibrio precario trova i tempi giusti per concludere a rete. La sfera viene respinta da Sirigu e ritorna al "pupetto" caduto a terra nel primo tentativo di battere a rete. L'area è intasata, trovare il modo di alzarsi e indirizzare il pallone in porta sembra una sfida impossibile. E invece Zaniolo è autore di un colpo di genio: ferma la palla con il destro, si alza da terra con uno scatto felino e con il sinistro segna un altro gol dopo quello realizzato qualche settimana fa al Sassuolo. Al 19enne figlio d'arte di Massa non piacciono le marcature banali, chiedere per informazioni a Consigli e Ferrari, beffati all'Olimpico dal cucchiaio tottiano che ha fatto scoprire Zaniolo.

Tornando alla sfida con il Torino, l'ex centrocampista dell'Inter - chissà alla Pinetina come si stanno mangiando le mani per averlo spedito con pacco celere a Roma in cambio di Nainggolan... - ha fatto vedere per 90 minuti il meglio del suo repertorio, tra giocate sopraffine, un senso tattico innato e la capacità di non dare punti di riferimento agli avversari, giostrando in ogni porzione di campo. Stupendo il colpo di tacco a chiudere un triangolo con Cristante, dimostrazione della classe che ammanta i piedi e l'intelligenza calcistica di Zaniolo. Che oggi è Zaniolo, ma solo oggi. Perché a settembre, quando il c.t. Mancini lo convocò in nazionale tra le prese in giro di giornalisti e addetti ai lavori, era un perfetto sconosciuto.

Non per il Mancio, abile a vedere autostrade dove altri solo sentieri, usando una frase cara al suo maestro e allenatore alla Sampdoria, Vujadin Boskov. Chapeau a tutti. All'Entella che lo ha lanciato tra i professionisti, alla Roma che lo ha consacrato e a Mancini che lo ha svezzato in maglia azzurra. Non all'Inter...

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