Staminali, il centrosinistra perde Rifondazione

Mantovano (An): siamo contro la distruzione degli embrioni

Francesca Angeli

da Roma

La maggioranza non riesce a trovare l’accordo sull’embrione. Oggi dovrebbe presentare una mozione comune in merito alla ricerca sulle staminali. Mozione che è all’ordine del giorno e va votata da Palazzo Madama nel pomeriggio. Ma la maggioranza non ha ancora raggiunto la quadratura del cerchio: non è riuscita a mettere d’accordo i cattolici della Margherita con Rifondazione Comunista. E così al Senato rischia di avere più voti un’altra mozione, la proposta della Casa delle Libertà.
Il nodo da sciogliere è quello della ricerca sulle staminali embrionali. Un punto sul quale all’interno del centrosinistra le lacerazioni sono insanabili. È stato il ministro dell’Università e Ricerca, Fabio Mussi ad aprire la ferita all’interno della maggioranza quando ha tolto la firma dell’Italia al documento che aveva bloccato i finanziamenti europei destinati alla ricerca sugli embrioni. Una minoranza di blocco di cui facevano parte anche Germania, Polonia, Austria e Slovacchia aveva detto no a quel tipo di ricerca. Con la defezione dell’Italia il blocco era saltato. Quella decisione di Mussi, presa in splendida solitudine, aveva provocato la ribellione dei cattolici della Margherita, che inizialmente minacciavano di presentare una mozione per il ripristino di quella firma. Per superare il problema politico e non sconfessare l’operato del ministro Mussi a Strasburgo i cattolici però nel corso delle settimane hanno fatto parecchi passi indietro.
Alla fine la Quercia e la Margherita sono riuscite a trovare una soluzione che suona un po’ di ripiego ma che sembrava soddisfare tutti gli alleati, come spiega il senatore diessino, Giorgio Tonini. «Nella mozione non si fa cenno alla minoranza di blocco, l’operato di Mussi non viene messo in discussione - dice Tonini -. Si chiede invece al governo di privilegiare la ricerca sulle staminali adulte e di favorire quella che “non comporta la distruzione degli embrioni”». Insomma l’escamotage è che la mozione non ribadisce il divieto di ricerca sugli embrioni (contenuto nella legge 40 in vigore in Italia) ma si limita a caldeggiare la ricerca sulle staminali adulte. Un compromesso al ribasso per il centrodestra che invece presenterà una mozione sintetica ma decisamente «contro ogni tipo di ricerca che distrugge gli embrioni», come spiega il senatore di Alleanza Nazionale, Alfredo Mantovano.
Ma la senatrice della Margherita, Paola Binetti, si dice soddisfatta. «La nostra mozione non limita il progresso della scienza nel rispetto dell’embrione - spiega la senatrice -. Il nostro obbiettivo non era quello di sconfessare Mussi ma di incentivare una ricerca che non coinvolga gli embrioni».
Peccato che questa formulazione venga giudicata fortemente ideologica da Rifondazione. «Il gruppo di Rifondazione ha già deciso di non votare questa mozione dell’Ulivo - chiarisce il senatore Russo Spena -. Contiamo però di raggiungere un accordo anche con la Margherita prima del voto».
Che cosa chiede Rifondazione? «Un testo che dica soltanto una cosa: sì alla ricerca sulle staminali embrionali - spiega Russo Spena -. Senza allargare il campo a tutte quelle dichiarazioni fortemente ideologizzate. Altrimenti anche noi potremmo mettere nella mozione un manifesto con le nostre aspirazioni che vanno oltre quel semplice sì».
Binetti e Russo Spena sono convinti di poter convertire l’alleato al proprio credo.

Come finirà il braccio di ferro?
Il vero rischio per la maggioranza è che per accontentare Rifondazione si arrivi ad un testo inaccettabile per i cattolici che a quel punto potrebbero decidere di votare la mozione del centrodestra.

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