Stampe 3D e colori accesi In passerella sfila l’ottimismo

New York Alle sfilate di New York servono gli occhialini 3D oltre agli occhiali da sole che il popolo della moda inforca giorno e notte. Gli stilisti che in questi giorni stanno presentando le collezioni della prossima primavera ne han fatte davvero di tutti i colori: dalle rivoluzionarie stampe tridimensionali di Custo Barcelona al celeberrimo motivo mimetico di Andy Warhol rivisitato da Tommy Hilfiger in un’inedita sinfonia di sfumature speziate. Accostamenti cromatici d’ogni tipo e disegni illuminati da una profusione di paillette trionfano anche sulla passerella di Diane Von Furstemberg. Perfino Yohij Yamamoto che ha sempre creduto nel tutto nero o al massimo nel blu, stavolta usa giallo limone, rosso bandiera e tocchi di scozzese per la collezione Adidas Y-3 dedicata alle prossime Olimpiadi.
Il risultato è un’allegra sarabanda di proposte piene d’ottimismo. «Nei momenti difficili bisogna essere consapevoli e smart, non dobbiamo avere paura del futuro» sentenzia Tommy Hilfiger poco prima di far sfilare le sue modelle avvolte in sofisticati poncho da mare con i colori delle bandiere nautiche. Oltre a questi capi c’erano stupendi tailleur di nappa burgundy, un delizioso chemisier nello stesso materiale però color senape e una marea di motivi multicolor (lo scozzese oltre al camouflage)stampati in composé su soprabiti tipo Mackintosh, borse e mocassini a tacco alto. «Anche per la sfilata uomo punto sullo stile preppie-pop» conclude lo stilista di Elmira che a fine settembre aprirà una boutique monomarca ad Alba con una gran festa a base di tartufi e dolcetto d’annata. Spettacolare oltre ogni dire la collezione che Custo Barcelona definisce «tripolare» perché dotata di tre diverse personalità. La sfilata comincia infatti con otto proposte che marciano bene tanto per uomo quanto per donna, prosegue con un caleidoscopico patchwork d’elementi geometrici a rilievo e si conclude trionfalmente con le stampe in 3D indimenticabili sull’abito da sera tagliato a colonna. Anche Diane Von Furstemberg mischia nello stesso show il concetto del maschile al femminile con quello del colore e della fantasia, ma nel suo caso c’è un sorprendente filo conduttore: l’Africa vista nelle nostre città dove si gioca il futuro del mondo senza ricorrere alla cultura tribale. Così il cosiddetto wrap dress che ha fatto la fortuna della stilista americana, diventa un abito attrezzato con tasche e marsupi nascosti strategicamente nella linea del modello da indossare sempre e comunque con sensuali sandaletti a tacco alto. In alternativa ci sono divertenti tailleur bermuda oppure completi in seta tagliati a pijama accessoriati con i classici mocassini trasformati in babbuccia degli uomini africani. Ad applaudire la Furstemberg e il suo bravissimo braccio destro Yves Misplelaere c’erano Valentino, il suo storico socio Giancarlo Giammetti e Susan Sarandon più bella e simpatica che mai. Invece da Adidas Y-3 l’attore Samuel L. Jackson sembrava quasi sparire accanto a una serie di giocatori di rugby e di pivot alti e massicci oltre ogni dire.

Fuori dal coro la sfilata di Zac Posen ispirata a un’idea molto personale di Wallis Simpson. In abito da sera fin dalle prime ore del giorno, le filiformi ragazze facevano spesso pensare alle torte di meringa: così farcite e piene di cose che se ne mangi un pezzettino ti senti in colpa per una settimana.

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